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L’altra faccia dell’innovazione pensata solo per uomini bianchi: l’evento a Dorgali

di Paolo Ardovino
L’altra faccia dell’innovazione pensata solo per uomini bianchi: l’evento a Dorgali

Diletta Huyskes e Virginia Piva sabato 8 febbraio ospiti per parlare di presente e futuro della tecnologia

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La tecnologia guida il progresso. Ma per chi, è un altro paio di maniche. L’associazione “Raichinas e chimas” prova a porre quesiti e trovare risposte con un appuntamento, sabato 8 febbraio a Dorgali: “La pentola delle idee”. Sarà una giornata di sensibilizzazione su nodi cruciali del futuro. Oltre alla prospettiva prettamente scientifica, i padroni del web stanno guidando cambiamenti epocali e quindi entrano in gioco sguardi sociologici.

«L’innovazione ci promette una rivoluzione, ma in realtà sono molte le persone a rimanere indietro», suggerisce Diletta Huyskes, scrittrice, sociologa e ospite dell’iniziativa a Dorgali. Con lei anche Virginia Piva, dottoressa in fisica all’ospedale Niguarda di Milano e attivista scientifica, alza la mano: «Ancora poche ragazze nel mondo delle discipline Stem (l’acronimo in lingua inglese sta per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, ndr)». Parte da quest’ultimo punto l’ideatrice della “Pentola delle idee”, Antonella Fancello, docente di Amministrazione digitale nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari.

Il tema dell’appuntamento è proprio “La scienza non ha genere”. Spiega: «La sfida è tentare di cambiare questa tendenza, facendo entrare il tema nel dibattito pubblico e provando a dire alle ragazze che scegliendo di coltivare la propria passione per la scienza non solo investono sul proprio potenziale, ma contribuiscono a costruire un futuro più equo e innovativo per tutti».

La pensa così Virginia Piva, che l’8 febbraio incontrerà le studentesse e gli studenti del liceo scientifico Pira di Dorgali. «Ho cominciato a occuparmi di divulgazione da poco e ce n'è tanto bisogno – sostiene –. Perché ancora poche donne in questi ambiti? Non si conoscono ancora bene le discipline stem, e forse c'è l'idea, nelle famiglie, che le ragazze abbiamo degli interessi diversi». Giovanissima, il suo percorso è cominciato al liceo classico, poi l'incontro con un matematico le ha aperto un altro mondo «e alla magistrale ho scoperto la specializzazione in fisica medica. Penso sia importante parlarne e spiegare che ci sono tante possibilità».

Diletta Huyskes è una delle pensatrici scientifiche del nostro Paese più interessanti. Il suo libro "Tecnologia della rivoluzione" (Il Saggiatore) farà capolino a Dorgali sabato alle 17.30 al centro culturale Bachisio Fancello. «Mi piacerebbe dire che sono sconvolta da Trump e da ciò che ho visto, invece mi sembra il risvolto più naturale possibile»: si riferisce all'immagine iconica dell'insediamento del nuovo presidente degli Usa. In prima fila, Zuckerberg, Musk, Bezos. Un'innovazione guidata da uomini bianchi occidentali e fatta per profili analoghi. La forza democratizzante della tecnologia vacilla: «Sulla carta apre tante porte e ci fa progredire, certo, ma c'è una buona parte di persone che rimane esclusa. Il punto è: capire cosa succede agli altri».

Un esempio concreto «riguarda la discriminazione automatizzata su alcune applicazioni di intelligenza artificiale. Senza approccio critico, in un contesto di storia umana occidentale con donne che non avevano diritti riconosciuti, se si addestra un sistema AI, per dire, a scegliere candidati e candidate per un lavoro, le seconde saranno penalizzate». Un circolo vizioso che si ripete con altre dinamiche. «Non basterà avere più donne in ruoli apicali, il tema è avere punti di vista diversi dall'uomo bianco. Si tratta di una questione culturale e organizzativa, e di quanto ancora rimanga maschile».

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