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Il tango di Alessia Desogus aprirà il festival di Granada

di Massimo Sechi
Il tango di Alessia Desogus aprirà il festival di Granada

L’attrice e cantante sassarese andrà in scena il 19 marzo: «Mi piace l’idea di portare in Spagna un po’ di Sardegna e viceversa»

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L’attrice e cantante sassarese Alessia Desogus aprirà il prossimo 19 marzo il 37° Festival del Tango di Granada, una delle più importanti rassegna al mondo nel suo genere. Porterà in scena uno spettacolo che fonde tango e jazz. «Con il direttore Horacio Rebora – ci dice – avevamo già parlato della possibilità di coinvolgermi nel Festival. Negli ultimi anni ho lavorato su progetti legati al jazz tradizionale, con un sapore antico che richiama il cinema muto, il melodramma di Eleonora Duse e i vecchi caffè chantant. Sperimentare la figura della Chanteuse italiana in un Festival del tango è diventata un’idea affascinante».

Ha creato un linguaggio che fonde jazz e teatro. Come si inserisce il tango in questa ricerca espressiva?

«Penso di essermi limitata a dimenticarmi del teatro mentre faccio teatro e della musica mentre faccio musica. E così è nato il mio mondo, la mia poetica, il mio linguaggio che oggi è legato al jazz tradizionale, domani al tango e chissà, in un altro momento, a quale altro mondo. Non so cosa siano i generi, non m’interessano. Un eterno rincorrersi di stili che perdono forma e diventano qualcos’altro, senza abbandonare l’essenza».

Quanto hanno influenzato la sua carriera Granada e la cultura andalusa?

«A Granada esci 5 minuti per comprare il pane e non torni più a casa. Puoi vivere un giorno come un eremita, da principessa dell'Alhambra, e un altro come la figlia di Janis Joplin, "tacconeando" flamenco per le strade dell'Albaicín. Granada mi ha dato la possibilità di accumulare esperienze incredibili, sia dal punto di vista attoriale che musicale. Questo sicuramente si riflette nel mio modo di stare in scena. La vita lontano dalla Sardegna è un altro mondo. Ma forse non sono mai stata così sarda, adesso che sono così andalusa».

Ha ricevuto riconoscimenti come i Premio Max e Lorca. È stata importante la scelta di lavorare all'estero ?

«Alle volte, la vita all'estero non è gentile; impari tante cose, alcune belle, altre meno. Sicuramente si mischiano le carte. All'inizio, quando sono partita, mi sono dedicata al canto, perché recitare era più complicato, visto che non conoscevo la lingua. In Spagna ho anche avuto l'opportunità di lavorare come insegnante e regista a livello internazionale. Ogni anno formo artisti da tutto il mondo in una scuola di teatro e circo un'esperienza che mi ha permesso di sviluppare una pedagogia teatrale specifica per artisti multidisciplinari»

Cosa si vedrà di diverso nell’esibizione di Granada?

«Interpreterò temi molto famosi nella tradizione del tango argentino come “Nostalgia”, “Por una cabeza”. Ci sarà anche un omaggio a Fred Buscaglione e al suo Kriminal tango. Sarò accompagnata da magnifici musicisti e ci sarà qualche sorpresa per il pubblico».

La sua formazione include studi all'École Gaulier di Parigi e all'Escuela Internacional de Clown.

«Devo molto ai maestri, soprattutto a Emmanuel Gallot Lavallée e a Philippe Gaulier, quest'ultimo mi ha dato lezioni di teatro e di vita. La prima? Imparare a stare zitta quando devo. Per un’attrice e per una cantante non è una cosa banale. I silenzi ti permettono di stare in ascolto».

Cosa porterebbe in Sardegna?

«Uno dei miei spettacoli in teatro, magari proprio sul tango argentino. O chissà, il mio ultimo cabaret con incursioni circensi. Mi piace l’idea di portare in Spagna un po’ di Sardegna e viceversa. Un esempio è il mio disco Casi en Blanco y negro, nato da una collaborazione fra musicisti sardi e spagnoli, Simone Sassu, Paolo Cartamantiglia, Arturo Cid, Guillermo Morente, solo per citarne alcuni».

Prossimi progetti artistici?

«La creazione, la scrittura e la regia dello spettacolo della Scuola Internacional de Circo y de Teatro El Cau con ballerini, acrobati e attori. Poi alcuni laboratori creativi a Madrid, nell'ambito del Circo e del Teatro. Sarebbe bello realizzarne uno anche in Sardegna».

Ritornare in Sardegna?

«Non lo escludo. Non escludo mai niente».

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