La Nuova Sardegna

Caporalato, a Teramo braccianti sfruttati e costretti a vivere senz'acqua

Caporalato, a Teramo braccianti sfruttati e costretti a vivere senz'acqua






Disposte due misure cautelari per caporalato nei confronti dei titolari di un'azienda agricola di Teramo. Madre e figlio sono accusati del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro. L'operazione eseguita dal nucleo dei carabinieri del Lavoro. Le indagini hanno permesso di accertare come gli indagati, titolari di un'azienda agricola nel comune di Teramo, dopo aver reclutato due cittadini stranieri attraverso social network, privi di permesso di soggiorno, offrivano loro lavoro e alloggio concordando la somma di 500 euro mesili. I lavoratori erano quindi costretti ad abitare all'interno di una roulotte priva di acqua, luce e servizi igienici, posizionata nell'area di pertinenza di una stalla, con presenza costante di aria insalubre. I braccianti venivano sfruttati durante il giorno nei campi e nella notte come guardiani della concimaia, costantemente minacciati di essere fatti rimpatriare in quanto privi di permesso di soggiorno ed erano costretti a nascondere il proprio denaro per evitare di essere derubati dai titolari. Nelle campagne di proprietà degli indagati sono state sequestrate piante di marijuana.

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