La Nuova Sardegna

Cagliari

Il ritratto

Chi è Giovanni Paolo Chiama, il 18enne neonazista arrestato a Cagliari

Chi è Giovanni Paolo Chiama, il 18enne neonazista arrestato a Cagliari

Già dai 16 anni un lungo elenco di reati, minacce e aggressioni di stampo antisemita

07 settembre 2024
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Cagliari Sono stati la questora di Cagliari Rosanna Levazzano, il capo della Digos Antonio Nicolli e il dirigente della sezione antiterrorismo Fabio Formato, affiancati dalla vice questora Nicole Fetto, della Ucigos (Ufficio centrale investigazioni generali e operazioni speciali) a ricostruire nei dettagli il ritratto di Giovanni Paolo Chiama,  18enne cagliaritano neonazista che preparava attentati in città. 

A 16 anni aveva imbrattato i muri della scuola con scritte neonaziste, antisemite e a sfondo razziale. Era stato per questo denunciato alla Procura dei minori. A 17 anni, nella stessa scuola (da cui poi era stato trasferito) aveva minacciato con un coltello un compagno che lo aveva redarguito perché parlava sempre e solo in termini elogiativi di Hitler e del nazismo. Arrivato alla maggiore età, su di lui si è diretta a fari spenti la sezione antiterrorismo guidata da Fabio Formato. E così sono saltate fuori le attività del ragazzo sulle piattaforme suprematiste di stampo razziale.

Poi, da maggiorenne, ha continuato ad adottare condotte di discriminazione e odio razziale: su un bus del Ctm ha minacciato con un coltello un cittadino di colore imponendogli di scendere dal pullman, ne ha aggredito un altro in un centro commerciale, ha squarciato gli pneumatici e infranto i cristalli di auto in uso a extracomunitari. A quelli di stampo politico, il diciottenne aveva abbinato anche reati diversi quali pedo-pornografia, estorsione informatica nella sottospecie della "sextorsion", furto dell'identità digitale.

È stato appurato, infatti, che l’indagato intratteneva una fitta rete di rapporti virtuali con altri internauti, tutti orbitanti attorno alla galassia suprematista, cercando di accreditarsi attraverso la condivisione di contenuti propagandistici di stampo "accelerazionista" nonché attraverso alcune azioni delittuose sul territorio, che successivamente invia agli amministratori dei gruppi. In questo contesto il giovane cagliaritano «si sarebbe reso disponibile a dare attuazione al programma associativo nella propria città e nella propria nazione, formandosi attraverso i percorsi di addestramento forniti dalle suddette organizzazioni sui canali Telegram dedicati» e avrebbe più volte cercato in Rete informazioni su armi come pistole, tonfa, balestre, taser, dissuasori e tirapugni, confrontandosi con altri internauti sulla modalità di reperimento di una pistola. . (l.on.)

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