Il fratello di Francesca Deidda uccisa a martellate: «Mi angoscia sapere che era lucida»
Dagli esiti dell’autopsia consegnati ieri 19 dicembre in Procura è stato chiarito come la donna sia morta per mano del marito Igor Sollai
Elmas «Io da ieri sto molto male per questo esito, mi angoscia sapere che era lucida e ha capito che stava per morire. Quando si supponeva che fosse stata uccisa mentre probabilmente dormiva, mi faceva meno male». Così Andrea Deidda, fratello di Francesca Deidda, la donna 42enne di San Sperate uccisa dal marito Igor Sollai (43 anni) il 19 maggio scorso e abbandonata poi nascosta dentro un borsone nella vegetazione ai margini della vecchia statale orientale 125, in territorio di San Vito. L'uomo era stato arrestato ai primi di luglio per omicidio volontario e occultamento di cadavere e si trova in carcere a Uta, aveva negato ogni responsabilità nell'omicidio e messo in atto azioni di depistaggio. Poi davanti alle prove inconfutabili raccolte a suo carico dagli inquirenti, si è arreso e ha confessato il delitto, pur continuando a sostenere di averlo commesso perché colto da un raptus durante un banale litigio con la moglie.
Ieri 19 dicembre sono stati presentati in Procura gli esiti dell'autopsia, in cui è detto che Francesca Deidda è stata uccisa con almeno 8 martellate in testa e che ha tentato di difendersi dai colpi mortali. Oggi il fratello Andrea, molto più giovane della sorella, che si era costituito parte civile nel procedimento giudiziario contro l'assassino della congiunta, assistito dall'avvocato Gianfranco Piscitelli, ha appreso i particolari della morte della sorella. «Avevo nascosto ad Andrea le risultanze antropologiche sul corpo della povera Francesca – ha commentato l'avvocato Piscitelli -, ma le ha apprese da TV e giornali». Il giovane su è poi chiuso nel silenzio del rinnovato dolore.