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Posada dopo l’aggressione ai turisti tedeschi: «Vogliamo ospitarli a nostre spese»

di Luca Urgu
Posada dopo l’aggressione ai turisti tedeschi: «Vogliamo ospitarli a nostre spese»

Il sindaco Salvatore Ruiu e alcuni imprenditori turistici: «Siamo dispiaciuti»

06 novembre 2024
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Posada Il paradiso è ancora così come lo hanno lasciato al buio di sabato notte 2 novembre. Un mare cristallino e profumo di ago di pini che ammalia e ti accompagna ad ogni passo. L’unica traccia in quel tratto della pineta di Orvile, a circa 20 metri dal mare, che ricorda l’assalto dei balordi al van dei turisti tedeschi, sono le schegge di vetro sul terreno. Anche stamattina (6 novembre) la stupenda giornata, che di autunnale aveva ben poco, incoraggiava le attività all’aria aperta: camminate, escursioni e perché no anche un bagno fuoristagione in questo mare spettacolare. Tutte cose probabilmente nei programmi di viaggio in Sardegna per i due turisti prima dell’incubo. Sicuri, malgrado fossero senza compagnia, avevano deciso di trascorrere la notte qua nella pineta di Orvile, uno dei gioielli del territorio di Posada, una delle porte del Parco di Tepilora. La serenità e il silenzio della notte rotti da alcuni malviventi che hanno spaccato con dei colpi di mazza i vetri del loro furgone. I turisti sono stati costretti a scendere e a consegnare i soldi e altri oggetti di valore. Dopo, è seguita la denuncia, ancora con la paura addosso per quei minuti concitati vissuti qualche ora prima. E la decisione senza appello di tornare a casa.

La notizia a Posada ha destato grande scalpore e rabbia. Tutti convinti che gli sforzi nel variegato mondo dell’accoglienza non si possano sacrificare alla illogica e gratuita violenza. Tra pineta e spiaggia erano in diversi a godersi la giornata. A pochi metri dove tra sabato e domenica è avvenuto l’agguato un altro camper di turisti stranieri che perlustrano l’area incantati. «Abbiamo sentito ovviamente del fatto e siamo molto dispiaciute. Il nostro è un paese civile e non siamo di certo abituati ad episodi come questi», dicono due dipendenti comunali che hanno raggiunto Orvile con un camionicino per la raccolta dei rifiuti.

«Vengo qua da dieci anni e sono sempre stato benissimo. Ovunque una bella accoglienza. Tanto che sto cercando una casa vicino», dice un signore di mezza età di Milano appena sceso dalla sua auto, che sta individuando il “buen retiro” a Posada e dintorni. In paese ovviamente la notizia ha fatto breccia immediatamente sollevando un’ondata di sdegno e fastidio. Il sindaco Salvatore Ruiu ha espresso solidarietà ai turisti e ha chiesto scusa a nome di tutto il paese. «Ho cercato di contattarli, ma senza successo. Ho saputo che sono partiti immediatamente. Siamo profondamente dispiaciuti. Chi ci conosce bene sa che siamo una comunità accogliente e questi episodi non ci appartengono. Ci piacerebbe ospitarli per cancellare quanto prima quest’onta». Pubblico e privato sono perfettamente allineati. Tra gli operatori turistici c’è chi è pronto ad ospitarli, una forma di risarcimento per il bruttissimo episodio. «Appena abbiamo saputo il fattaccio ci siamo rimasti malissimo», sottolinea Luigi Contu, imprenditore turistico. Noi siamo abituati ad accogliere i visitatori e fare di tutto per farli sentire bene a casa nostra. Mi piacerebbe rintracciarli e far sapere loro che sono disponibile ad ospitarli in qualsiasi momento. Quello che è successo non ci appartiene».

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