Un passaporto per il futuro nella scuola senza frontiere
Dall'Australia e dal Messico gli allievi in arrivo al Liceo Fermi. E dall'istituto nuorese si parte per Argentina e Arizona
Nuoro Le nazioni più distanti si avvicinano grazie alla mobilità internazionale, nel liceo scientifico “Fermi”. L’anno passato ragazzi nuoresi hanno frequentato in Arizona, Argentina, nella lontanissima Australia. A Nuoro, per studiare in via Veneto, arrivano dall’Indonesia, dal Messico, e dallo stesso continente australiano. Ogni anno si muove la macchina degli scambi internazionali. «Per il nostro liceo lo scambio internazionale è fondamentale – racconta la docente di francese, Tania Manca – e in particolare per i ragazzi. Hanno la possibilità di vivere altre realtà nazionali, con le loro diversità, che imparano a capire e rispettare». Se c’è un periodo dell’anno più fecondo, è proprio quello attuale.
A gennaio è arrivata tra i banchi della quarta Amelie Lennox Sprudzans, 18 anni, proveniente dall’Australia. Nella sua terra la scuola inizia dopo le feste natalizie: «Sono ospite di una famiglia di Nuoro – racconta – l’ambientamento procede bene». A settembre l’ha preceduta la coetanea, indonesiana, Sasa Nindijanto, che fa la spola da Orgosolo, dove risiede la famiglia ospitante. «Mi ha spinta in Italia – dice – la ricchezza della sua cultura. Non mi dispiacerebbe ritornarci nel futuro, dopo che mi sarò affermata nel mondo del lavoro in Indonesia». Ha già imparato l’italiano e a tavola sostituisce senza problemi il pane al riso. Di Orgosolo, «apprezzo il tratto amichevole e il suo costume variopinto».
Attacca con un omaggio a Fonni, dov’è ospite («il paese più bello visto sinora»), Mario Hernandez, messicano: «Mi trovo bene a scuola e non ho avuto grosse difficoltà con la lingua».
Dopo sei mesi in Sardegna si sbilancia in un confronto: «Ci sono affinità – dice – tra messicani e sardi. Le differenze? In Italia la scuola viene presa in maniera più seria e in classe si è disciplinati, senza l’agitazione e la confusione delle nostre classi». Vicende e sensazioni non dissimili da chi partendo due anni fa da via Veneto è sbarcato in terre lontane. In un intreccio di mondi, società, culture e ricordi nostalgici.
Come quelli di Antonella Demurtas, al “rush” finale della maturità, dopo la quarta frequentata nel sud dell’Argentina, a Las Grutas: «Ho nel cuore le famiglie che mi hanno accolto nei dieci mesi di soggiorno e i compagni di scuola». Il suo adattamento è stato un turbine di emozioni: «Ti ritrovi in una terra lontana – spiega – a vivere una serie di novità, che si succedono una dopo l’altra, senza renderti conto di quanto ti accade». Per la studentessa nuorese non è stato un problema imparare lo spagnolo, non le è mancato il calore della gente. Perché a oriente delle Ande meridionali scorre sangue italiano: «La maggior parte delle persone – ricorda – ha nome spagnolo e cognome italiano».
Giulia Tolu l’anno scorso ha frequentato in Arizona, uno dei 50 stati americani. Dopo 11 mesi di soggiorno a Phoenix, la capitale, qualche idea su quella società: «Rispetto a noi si dà meno rilievo ai valori e ai princìpi – spiega - sia in famiglia e sia nella scuola, che non è considerata importante come in Italia». Tra i risultati la conquista dell’inglese: «Avevo una competenza elementare, ma in un paio di mesi sono riuscita a capire e farmi capire». Tra i cambi bruschi, la cucina: «È molto diversa dalla nostra».
Il sole della Gold Coast australiana ha reso già calorosa la trasferta didattica di Giulia Soddu, diciottenne. Nel bilancio finale prima di tutto l’aspetto umano: «Sono stata accolta bene e ho stretto molte amicizie. Ripartirei oggi stesso». A rassicurare gli studenti in trasferta il filo diretto con il “Fermi”, «dove operano i “tutor”, che si affiancano a quelli presenti nelle terre ospitanti, delle organizzazioni impegnate negli scambi culturali», ricorda ancora la docente Manca. Il liceo nuorese, oggi guidato da Maria Antonietta Ferrante, è da 40 anni sulla scena scolastica internazionale.