La Nuova Sardegna

Nuoro

Mondo giovani

Un passaporto per il futuro nella scuola senza frontiere

di Francesco Pirisi

	Un gruppo di studenti "internazionali" del Liceo Fermi (foto di Massimo Locci)
Un gruppo di studenti "internazionali" del Liceo Fermi (foto di Massimo Locci)

Dall'Australia e dal Messico gli allievi in arrivo al Liceo Fermi. E dall'istituto nuorese si parte per Argentina e Arizona

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Nuoro Le nazioni più distanti si avvicinano grazie alla mobilità internazionale, nel liceo scientifico “Fermi”. L’anno passato ragazzi nuoresi hanno frequentato in Arizona, Argentina, nella lontanissima Australia. A Nuoro, per studiare in via Veneto, arrivano dall’Indonesia, dal Messico, e dallo stesso continente australiano. Ogni anno si muove la macchina degli scambi internazionali. «Per il nostro liceo lo scambio internazionale è fondamentale – racconta la docente di francese, Tania Manca – e in particolare per i ragazzi. Hanno la possibilità di vivere altre realtà nazionali, con le loro diversità, che imparano a capire e rispettare». Se c’è un periodo dell’anno più fecondo, è proprio quello attuale.

A gennaio è arrivata tra i banchi della quarta Amelie Lennox Sprudzans, 18 anni, proveniente dall’Australia. Nella sua terra la scuola inizia dopo le feste natalizie: «Sono ospite di una famiglia di Nuoro – racconta – l’ambientamento procede bene». A settembre l’ha preceduta la coetanea, indonesiana, Sasa Nindijanto, che fa la spola da Orgosolo, dove risiede la famiglia ospitante. «Mi ha spinta in Italia – dice – la ricchezza della sua cultura. Non mi dispiacerebbe ritornarci nel futuro, dopo che mi sarò affermata nel mondo del lavoro in Indonesia». Ha già imparato l’italiano e a tavola sostituisce senza problemi il pane al riso. Di Orgosolo, «apprezzo il tratto amichevole e il suo costume variopinto».

Attacca con un omaggio a Fonni, dov’è ospite («il paese più bello visto sinora»), Mario Hernandez, messicano: «Mi trovo bene a scuola e non ho avuto grosse difficoltà con la lingua».

Dopo sei mesi in Sardegna si sbilancia in un confronto: «Ci sono affinità – dice – tra messicani e sardi. Le differenze? In Italia la scuola viene presa in maniera più seria e in classe si è disciplinati, senza l’agitazione e la confusione delle nostre classi». Vicende e sensazioni non dissimili da chi partendo due anni fa da via Veneto è sbarcato in terre lontane. In un intreccio di mondi, società, culture e ricordi nostalgici.

Come quelli di Antonella Demurtas, al “rush” finale della maturità, dopo la quarta frequentata nel sud dell’Argentina, a Las Grutas: «Ho nel cuore le famiglie che mi hanno accolto nei dieci mesi di soggiorno e i compagni di scuola». Il suo adattamento è stato un turbine di emozioni: «Ti ritrovi in una terra lontana – spiega – a vivere una serie di novità, che si succedono una dopo l’altra, senza renderti conto di quanto ti accade». Per la studentessa nuorese non è stato un problema imparare lo spagnolo, non le è mancato il calore della gente. Perché a oriente delle Ande meridionali scorre sangue italiano: «La maggior parte delle persone – ricorda – ha nome spagnolo e cognome italiano».

Giulia Tolu l’anno scorso ha frequentato in Arizona, uno dei 50 stati americani. Dopo 11 mesi di soggiorno a Phoenix, la capitale, qualche idea su quella società: «Rispetto a noi si dà meno rilievo ai valori e ai princìpi – spiega - sia in famiglia e sia nella scuola, che non è considerata importante come in Italia». Tra i risultati la conquista dell’inglese: «Avevo una competenza elementare, ma in un paio di mesi sono riuscita a capire e farmi capire». Tra i cambi bruschi, la cucina: «È molto diversa dalla nostra».

Il sole della Gold Coast australiana ha reso già calorosa la trasferta didattica di Giulia Soddu, diciottenne. Nel bilancio finale prima di tutto l’aspetto umano: «Sono stata accolta bene e ho stretto molte amicizie. Ripartirei oggi stesso». A rassicurare gli studenti in trasferta il filo diretto con il “Fermi”, «dove operano i “tutor”, che si affiancano a quelli presenti nelle terre ospitanti, delle organizzazioni impegnate negli scambi culturali», ricorda ancora la docente Manca. Il liceo nuorese, oggi guidato da Maria Antonietta Ferrante, è da 40 anni sulla scena scolastica internazionale.
 

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