Tempio, Massimo Bosco pizzaiolo record: altri 3 spicchi del Gambero rosso
Da 11 anni è sempre ai piani alti delle classifiche nazionali. I giudici dopo l’ultimo riconoscimento: “Instancabile sperimentatore”
Tempio Undici anni consecutivi non sono pochi. Lo sa bene Massimo Bosco, il pizzaiolo originario di Carbonia che può essere considerato un tempiese d’adozione. La sua pizzeria e le pizze che sforna (ora anche a pranzo) figurano nelle guide per intenditori. Tra queste ci sono quelle del “Gambero rosso” che da undici anni reputa la pizzeria tempiese un’autentica eccellenza.
«Un instancabile sperimentatore – così Gambero rosso ha definito Massimo Bosco – e non solo sul versante impasto ma anche in rapporto ai prodotti selezionati e combinati tra loro».
È, quindi, la creatività, oltre alla bontà del prodotto servito sul piatto, quello che i giudici hanno voluto premiare. Del resto, se così non fosse, tanta longevità nei piani alti delle classifiche nazionali non sarebbe spiegabile. Quella di Massimo Bosco non è, tuttavia, l’unica pizzeria sarda ad aver conquistato il palato dei giudici. Altre tre pizzerie dell’isola sono state premiate con i tre spicchi. A Napoli, durante la cerimonia di premiazione di cui è ormai un habitué, Massimo Bosco ha voluto dedicare i suoi tre spicchi all’amico e collega Antonio Polzella che negli ultimi tempi ha dovuto fronteggiare situazioni non facili.
Quando gli si chiede qual è il segreto di tanta bontà, contravvenendo alla proverbiale riluttanza di chi raramente condivide ricette e consigli, Massimo Bosco non esita a rispondere. «Quello che faccio – dice – è qualcosa di complicatamente semplice». Il pizzaiolo che ama gli ossimori e che addobba i locali della sua pizzeria come una piccola biblioteca, la sua risposta, in effetti, la dà. Ogni sua creazione ha in sé qualcosa di semplice e di complicato nello stesso tempo: c’è la semplicità degli ingredienti, da selezionare accuratamente, perché da questi dipende la fragranza della pizza, e poi c’è la cura, la manualità, la scelta dei tempi, di cottura e di esecuzione, che appartengono al bagaglio personale di ogni bravo pizzaiolo. L’olio deve essere sempre un buon extravergine, il basilico fresco non deve mancare, così come la mozzarella di bufala, e poi ci sono i pomodori, possibilmente san Marzano, e gli ortaggi da friggere, lessare o cuocere al forno per insaporire la pizza.
Nel menù figurano gli omaggi a quel buongustaio che è stato Fabrizio De André. La pizzeria si affaccia sulla piazza dedicata al grande cantautore genovese e due pizze, la Faber e la Bocca di Rosa, ne celebrano la grandezza. Naturalmente con quegli ingredienti semplici – san Marzano, fior di latte, melanzana fritta, salsiccia fresca, pesto alla genovese, basilico e stracciata di bufala campana – che, ben combinati, possono diventare qualcosa di irresistibilmente complesso. Gestita insieme alla socia di una vita, Claudia Manconi, la pizzeria Bosco fa leva anche sulla creatività scenica e telegenica di uno dei suoi due titolari. Chi va sulle pagine social di Massimo Bosco può, infatti, imbattersi in tanti video in cui il pizzaiolo si diverte a raccontare la pizza del giorno o a ironizzare su avvenimenti di comune interesse. Lo fa come un attore consumato, con una gestualità che sembra avere qualcosa di partenopeo, come quelle pizze di cui è impossibile non andare ghiotti.