L’esorcista don Gianni Sini vola in Cile per insegnare a combattere il diavolo
Il parroco di Olbia terrà un corso su possessioni, malefici e ossessioni
Olbia È l’esorcista della diocesi e sul campo si è guadagnato la nomea che spetta a una vera autorità in materia. Don Gianni Sini, sacerdote originario di Laerru, attuale parroco della Salette, a Olbia, riveste tanti incarichi all’interno della diocesi di Tempio-Ampurias, non ultimo quello di vicario foraneo per Olbia, ma ormai le sue prestazioni, soprattutto come esorcista, vengono richieste un po’ dappertutto. Venerdì 25 ottobre partirà per il Cile, dove terrà un lungo e impegnativo corso di formazione per i sacerdoti che dovranno occuparsi di tutte quelle faccende (possessioni, malefici, ossessioni) che, pur richiamando alla mente i titoli di tanti film horror, appartengono alla vita reale più di quanto si potrebbe ritenere.
Esperto di comunicazione, giornalista, direttore del periodo diocesano “Gallura e Anglona” e direttore di rete dell’emittente Teleregione Live, don Gianni deve buona parte della sua fama al suo lavoro di esorcista. Fama che ha ormai superato i confini nazionali, visto che ora i suoi “servigi” vengono richiesti nientemeno che in America Latina. Dietro la sua ennesima missione c’è questa volta Raul Ventura Junca, psichiatra dell’Università de Los Andes di Santiago del Cile, il quale, attraverso il religioso sardo, si augura di poter fare luce sulla linea che distingue la malattia mentale da tutte quelle manifestazioni comportamentali che di patologico hanno poco, se non nulla, in senso scientifico.
Quando gli si chiede perché si siano rivolti a lui, don Gianni si schermisce, forse un po’ imbarazzato per la notorietà di cui può godere un uomo di Chiesa che va alla caccia del demoniaco. «Ho già fatto esperienza di confronto tra medici, psichiatri ed esorcisti. Non so come mi abbiano rintracciato, se non forse perché il mio nome è nel sito dell’associazione internazionale degli esorcisti. In Cile mi attende un’esperienza con tutti i sacerdoti, anche ausiliari, e una serie di incontri con laici e sacerdoti non esorcisti».
Il suo compito sarà quello di istruire l’uditorio sulla linea a volte sottile tra ciò che separa un caso degno dell’intervento di un esorcista da disturbi come lo sdoppiamento della personalità o la “semplice” isteria. «Ci sono tante sfide per noi importanti: quella dell’occultismo è una vera e propria sfida al cristianesimo. È presente in rete, quando questa è luogo di deviazione, imbattendosi in pagine che promuovono un cristianesimo con risvolti superstiziosi».
Esorcista dal 1988, don Sini ricevette l’incarico dall’allora vescovo Pietro Meloni. Sono trascorsi 35 anni e gli impegni non sono mancati. Sono stati tanti i casi da risolvere trasformati poi in materiale e fonte d’ispirazione per i diversi saggi che ha dedicato all’argomento. Libri che hanno avuto anche una buona fortuna editoriale, tanto da venire tradotti in altre lingue. A Santiago potrà mettersi ancora una volta alla prova, testando una realtà diversa. «Sarà interessante l’incontro con i sacerdoti esorcisti, i quali hanno spesso a che fare con casi in cui c’è commistione con la santeria cubana e tanti riti. Vogliono anche che si parli di Halloween, rito di origine celtica trasformato in business in America, dietro il quale si nasconde una cultura che nega i valori cristiani, oscurando il messaggio del culto dei morti a vantaggio di un rito che altro non è che una forma di consumismo».
Al di là dell’Atlantico, in un luogo che si affaccia tortuosamente sul Pacifico, don Gianni avrà anche un’altra missione da compiere: far sì che il Cile possa avere più esorcisti. «Non sono tanti, perché su 12 milioni circa di abitanti, ci sono una ventina di esorcisti, e di questi solo 4 sono iscritti all’associazione internazionale». Va “meglio” in Sardegna, dove sono operativi una dozzina di esorcisti, anche se poco più della metà veramente sul campo. «Un esorcista ha mille altri impegni. Purtroppo non c’è ancora l’idea di una pastorale ordinaria in cui far rientrare la figura dell’esorcista. I vescovi dovrebbero sentirne l’esigenza».
Secondo don Sini lo dimostrerebbero i numeri: «Ho tra le mani 5, 6 casi gravi di diverse paesi della Sardegna. Non seguo solo questi casi. Non c’è solo possessione, ma anche infestazione, ossessione e tutti hanno una matrice comune: la contaminazione con il mondo dell’occulto, come l’ingresso in gruppi satanici. Il maleficio, arte di nuocere al prossimo col concorso del demonio, sembra quasi uno sport nazionale in Sardegna».