La Nuova Sardegna

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Sanità malata

Olbia, il pronto soccorso non chiude ma resta l’emergenza: «Si cambino le direzioni sanitarie»

di Giuseppe Pulina
Olbia, il pronto soccorso non chiude ma resta l’emergenza: «Si cambino le direzioni sanitarie»

Le dure reazioni di Meloni, Li Gioi, Addis e Russu dopo l’intervento in extremis per scongiurare lo stop notturno

24 ottobre 2024
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Olbia. Il rischio che potesse rimanere bloccato sembra essere stato scongiurato. Il pronto soccorso di Olbia non interromperà il servizio e la proroga che serviva per impedire che ciò accadesse è stata concessa. Come spiega l’Asl, «grazie al supporto dell’assessorato regionale alla Sanità e ad Ares Sardegna è stato possibile risolvere alcuni problemi burocratici legati alle proroghe dei contratti per i medici a gettone».

Rischio, quindi, del tutto scongiurato? Pare proprio di no, a giudicare dai commenti e dalle prese di posizione di molti esponenti della politica gallurese. Tra questi Mario Russu, presidente del consiglio comunale di Arzachena: «Abbiamo ancora presenze turistiche che vanno ad ampliare il raggio della possibile utenza. Al di là della soluzione trovata, monitoreremo il tutto e anche l'operato dell'assessore Bartolazzi». Monitorare servirà per avere il polso di una situazione che è a dir poco complicata, visto che, come riconosce la stessa Asl Gallura a proposito del pronto soccorso, dei 15 medici in organico nel 2019 ne sono rimasti solo tre.

Che quella trovata in extremis sia una soluzione tampone, insufficiente a risolvere il problema, lo pensa Roberto Li Gioi, che, in qualità di consigliere regionale di maggioranza, si dice comunque soddisfatto per l’intervento dell’assessore Bartolazzi che avrebbe posto rimedio alla paventata chiusura del pronto soccorso del Giovanni Paolo II. Per il consigliere pentastellato, bisognerebbe sostituire il direttore generale Marcello Acciaro. «In particolare per la Gallura è d'obbligo pubblicare subito il bando per il primario del pronto soccorso e, nelle more, consentire la mobilità intraregionale per consentire ai professionisti del reparto interessati di scegliere la sede di Olbia». Come dire che la testa di Acciaro, se non tutti, risolverebbe una buona parte dei problemi.

Non arriva a chiedere tanto Giuseppe Meloni, il vice di Alessandra Todde che sa bene quante e quali siano le aspettative dei galluresi. «È cruciale intervenire con misure strutturali – si legge in un post di Fb – in particolare sul reclutamento e sull'organizzazione del personale. E francamente non so se tali misure possano essere attuate da vertici di aziende sanitarie che fino a sei mesi fa negavano l’esistenza della carenze di personale. Ossia gli stessi vertici che oggi appaiono (spero di sbagliare) più concentrati ad accompagnare lo smantellamento dei servizi sanitari esistenti che a trovare soluzioni praticabili nell'interesse dei cittadini sardi. È fondamentale garantire un servizio sanitario adeguato per tutti». Il dubbio di Meloni investe i vertici dell’Asl e ciò fa pensare che dentro il Pd sardo stiano maturando posizioni non tanto lontane da quelle di Li Gioi.

Nel dibattito, sempre più partecipato, interviene anche il sindaco di Tempio, Gianni Addis, nella veste di presidente della conferenza sociosanitaria. Addis parla di un’Asl Gallura stremata, che ha dovuto fare fronte anche alla preannunciata chiusura notturna del pronto soccorso di Olbia e della guardia medica di Palau. Scrivendo l’ennesima missiva alla presidente Todde, ai vertici Asl e alla Prefettura, Addis reitera la richiesta di «immediati e tempestivi interventi per risolvere la situazione emergenziale evidenziata e scongiurare le chiusure, nonché in via strutturale, la soluzione definitiva delle problematiche organizzative che si attendono e che la direzione dimostra di non essere in grado di affrontare concretamente».

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