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Corte d’assise

Arzachena, uccise il padre a bastonate: per Michele Fresi inizia il processo

Arzachena, uccise il padre a bastonate: per Michele Fresi inizia il processo

Il 28enne è accusato di omicidio aggravato. Il fatto risale al 28 dicembre del 2023

28 ottobre 2024
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Arzachena. Al via domani mattina, martedì 29 ottobre, in corte d’assise a Sassari, il processo nei confronti di Michele Fresi, il 28enne di Arzachena accusato di aver ucciso a bastonate suo padre Giovanni, conosciuto e stimato orafo di 58 anni. Michele Fresi, che dallo scorso 28 dicembre si trova rinchiuso nel carcere di Bancali, è accusato di omicidio aggravato, resistenza e lesioni personali. È difeso dall’avvocato Pierfranco Tirotto. La Procura di Tempio aveva concluso le indagini sull’omicidio lo scorso luglio disponendo il giudizio immediato per l’evidenza della prova.

Quella sera di dicembre Giovanni Fresi era stato aggredito per strada, vicino all’abitazione di suo figlio Michele. Quest’ultimo in quella stessa notte di follia (aveva fatto pesante uso di droghe) aveva aggredito con la stessa mazza in legno di ginepro anche la sua fidanzata, Sofia Maria Vasiliu, colpita con violenza sul volto, e due carabinieri, Giulio Cau e Michel Tazioli, che erano intervenuti per cercare disperatamente di fermarlo. Tutti avevano riportato gravi fratture. Al processo in corte d’assise Sofia Maria Vasiliu si costituirà parte civile assistita dall’avvocato Giampaolo Murrighile. Lo stesso farà Giulio Cau, con l’avvocato Jacopo Merlini.

Instabile e ingestibile, Michele Fresi nella sua vita doveva trovare una strada che non ha mai trovato, nonostante l’amore di suo padre. Un ragazzo problematico, che ha sempre dato filo da torcere per colpa della droga a quell’unico genitore che si è occupato di lui. Non lavorava, giusto qualche faccenda da sbrigare in campagna. Da qualche anno si era appassionato alla palestra. Sul suo profilo Facebook diverse fotografie con i muscoli in bella mostra. Nel corso delle indagini, durante un interrogatorio, il 28enne di Arzachena aveva detto al giudice di essersi trovato in preda alle allucinazioni a causa delle dosi massicce di stupefacenti assunte quella sera, Lsd e cocaina, e di aver reagito violentemente perché pensava di essere attaccato dagli alieni. Da qui le mazzate al padre, alla fidanzata, ai carabinieri e a chiunque cercasse in qualche modo di fermarlo.

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