Olbia, al via il monitoraggio dell’aria: il biossido sorvegliato speciale
Con il progetto “Mezzo” gli studenti del Mossa, del Gramsci e del Deffenu scienziati per un giorno
Olbia. Una mattinata all’insegna dell’ambiente e della mobilità, con protagonisti gli studenti della città. Ha preso il via l’iniziativa “Di che colore è l’aria che respiri?”, all’interno del progetto Mezzo (1/2) – mobilità sostenibile e inclusiva a Olbia, sostenuto dalla Fondazione con il sud. La prima delle tre giornate di citizen science, tenutasi oggi, ha coinvolto gli studenti della classe 4ª F del liceo scientifico Mossa, domani, invece, sarà il turno del liceo classico linguistico Gramsci, mentre mercoledì toccherà all’istituto Deffenu.
L’iniziativa, coordinata da due partner di Mezzo (1/2), l’associazione Cittadini per l’aria e il Fab Lab di Olbia, si è svolta in due momenti: dopo la presentazione, il via a una passeggiata tra le strade principali della città per posizionare 20 campionatori passivi su pali e strutture verticali, accompagnati da un volantino illustrativo. Per i prossimi 30 giorni, questi strumenti, ognuno catalogato e geolocalizzato dagli alunni, rileveranno la quantità di biossido di azoto (NO2) nell’aria. Questo è un particolare inquinante che si forma nei processi di combustione dei carburanti, principalmente del diesel. L’analisi sull’atmosfera è direttamente collegata al traffico veicolare e quindi alla sensibilizzazione verso nuovi modi di spostarsi in città. L’obiettivo è scoprire di più sulla qualità dell’aria e quali sono le vie maggiormente inquinate di Olbia.
Dopo i saluti del dirigente scolastico Gianluca Corda, dunque, Roberta Calcina, presidente di Hub.Mat, ente capofila di Mezzo (1/2), ha spiegato il percorso e gli obiettivi del lavoro nato col sostegno della Fondazione con il sud. Studenti e studentesse hanno dialogato anche con Michela Fancello di Eetra e Tanja Congiu del dipartimento Dadu dell’Università di Sassari, altre due realtà partner del progetto di mobilità sostenibile e inclusiva, per esser poi accompagnati per le strade della città da una Trike go cargo bike.
I campionatori sono stati, così, posizionati lungo via Campidano, via Gallura, in via Mameli e poi lungo il centro storico da piazza Mercato a piazza Crispi, fino ad arrivare al Molo Brin. «Abbiamo conosciuto il primo gruppo di giovani e capito da loro come si muovono. Chi a piedi, chi in bici, chi con lo scooter – spiega Antonio Burrai di Fab Lab Olbia – questo è utile per avere un’idea delle abitudini di mobilità delle nuove generazioni e come queste possono essere modificate in positivo. Per avere un riferimento preciso, avviamo il monitoraggio e da qui sapremo come interpretare il processo che con Mezzo (1/2) stiamo portando avanti».
Gloria Pellone di Cittadini per l’aria ha guidato l’applicazione dei rilevatori: «Questo progetto è fondamentale perché riesce a creare un ponte tra la cittadinanza e la scienza. Soprattutto è utile per chi vive a Olbia per comprendere l’importanza di avere una città a 30 chilometri orari e come si può investire sulla mobilità inclusiva e alternativa al trasporto privato su motori».