Siccità, il Liscia in stato di pre-allerta: «Dobbiamo recuperare altra acqua»
Il presidente del Consorzio di bonifica della Gallura: «Pronti tre progetti»
Olbia. Dalla luce verde a un meno rassicurante giallo. Il semaforo virtuale sulla diga del Liscia dice che anche in Gallura la siccità ha fatto sentire il suo peso. La situazione non è critica come quella che caratterizza altri territori dell’isola, ma è comunque bene non abbassare la guardia. Anche perché da queste parti è soltanto una la diga – quella del Liscia, appunto – a disposizione di un territorio vasto e in pieno sviluppo sia economico che agricolo. Ed è proprio nel mondo delle campagne che si registrano i maggiori problemi legati alla siccità, affrontati da un pezzo con le turnazioni delle irrigazioni. L’invaso del Liscia ha così chiuso il 2024 con dodici milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al 2023. Un lago, quello gallurese, che può contenere un massimo di 104 milioni di metri cubi: 59 quelli presenti a dicembre, poco più della metà. Un anno fa, invece, i milioni erano più di 71. Le cose sono un po’ migliorate rispetto allo scorso autunno, quando i metri cubi in meno erano addirittura venti. Una situazione comunque da codice giallo che, in altre parole, ha fatto piombare l’invaso in uno stato di pre-allerta. Con l’obiettivo di recuperare molta dell’acqua che invece finisce in mare, il Consorzio di bonifica della Gallura ha da tempo pronti tre progetti in altrettanti punti del nord est della Sardegna.
Le tre opere. Marco Marrone, presidente del Consorzio di bonifica, per quanto riguarda il breve termine può solo sperare nella pioggia. «Il mondo agricolo ha fatto e continua a fare tanti sacrifici – dice Marrone –. E il mio auspicio è che gli agricoltori possano avere la possibilità di fare impresa liberamente e quindi senza restrizioni. In questi giorni sta piovendo, siamo fiduciosi». Poi ricorda gli effetti del cambiamento climatico. «Una volta si parlava di stagione irrigua, ora, invece, possiamo parlare di anno irriguo. Il fabbisogno cresce. Adesso, spesso, ci troviamo a dover garantire irrigazioni di soccorso anche a dicembre o febbraio». Detto questo, il Consorzio si sta naturalmente muovendo con l’obiettivo di poter disporre di altra acqua e dire così addio alla turnazione delle irrigazioni (tre volte a settimana). «Lo scopo è riuscire a reperire ulteriore risorsa idrica, infrastrutturando un territorio che fa affidamento soltanto su una diga – sottolinea Marco Marrone –. Una diga alla quale stiamo davvero chiedendo troppo. Non dimentichiamo che, questo, è un territorio in forte sviluppo turistico e agricolo». Sono quindi tre gli interventi progettati (ma servono le risorse per realizzarli) con l’obiettivo di portare la Gallura fuori dall’emergenza: uno sbarramento in località Monte Tova, tra Arzachena e Luogosanto, una diga sul rio San Simone, nel territorio di Olbia, e uno sbarramento sul rio La Castagna, nel territorio di Loiri Porto San Paolo.
Acque reflue. Allo stesso tempo il Consorzio di bonifica si è rimboccato le maniche per cercare di recuperare le acque reflue, da utilizzare poi nei campi. In questo senso è stato da poco ammodernato il depuratore di Olbia. La scorsa estate, invece, si è intervenuti ad Arzachena. Con l’attivazione di un vecchio bacino, e la realizzazione di nuove condotte, adesso si riesce a risparmiare due milioni di metri cubi di acqua in più. Interventi simili saranno realizzati anche in altre zone della Gallura.