Tra Divina Commedia e femminicidi: studente di 18 anni vince il “Dies Dantis”
Liceale del Dettori di Tempio si aggiudica il premio letterario
Tempio Passione e talento possono non bastare per riscrivere un canto della “Divina commedia” e ripopolare lo scenario narrativo di Dante con una trama e un cast di personaggi nuovi di zecca. Nomi, volti e biografie presi dal mito, dalla storia e anche dalla più tormentata attualità. Per riuscire nell’impresa ci vuole la dedizione di chi, avendo la buona scrittura e la poesia nel sangue, trova facile ciò che ad altri può sembrare un complicato rompicapo letterario. Per Mario Addis, diciottenne di Luras, studente della quinta classico del “Dettori-De André”, è stato invece tutto, se non molto facile, eccitante e coinvolgente al punto giusto.
Tanto da convincere la giuria del premio letterario “Dies Dantis” a fare di lui il vincitore della prima edizione di un concorso scolastico destinato, per la sua originalità, a fare molta strada. Ideato nell’ambito delle attività del Festival internazionale di promozione del libro e della lettura “Un’Isola in rete” e promosso dall’Associazione Centro di Ricerche Filosofiche, Letterarie e di Scienze Umane di Sassari, il “Dies Dantis” si è avvalso della collaborazione del liceo Azuni di Sassari. Per il liceale del Dettori è l’ennesima impresa letteraria. Scrittore, animatore, poeta, studente modello per impegno, serietà e profitto, Mario Addis è stato l’autore anche dei due testi teatrali che sono stati messi in scena ultimamente a Tempio per ricordare la Shoah e richiamare l’attenzione sulla violenza di genere. Nella sua scuola è stato lui a dialogare con Matteo Porru nell’ennesimo incontro letterario che, insieme a Elena Labardi e Anna Aiello, a dispetto della sua giovanissima età, ha saputo animare con navigata maestria.
A Luras è lui uno degli animatori degli eventi culturali. Nel circolo di lettura di cui fa naturalmente parte la sua è una delle voci più autorevoli. Con l’ultimo concorso al quale ha preso parte ha potuto gratificare l’interesse per uno degli autori, Dante, che più sente nelle sue corde. La lettura del suo testo, avvenuta nel corso della premiazione svoltasi al teatro civico di Sassari, è stata da brivido. Il titolo della rivisitazione del canto dantesco, “In quest'inferno ad ognun la sua croce”, lascia facilmente immaginare in quale delle tre cantiche sia stata ambientata la vicenda.
«Il girone – racconta Mario – è quello della Caina, dove vengono punite le anime di coloro che tradiscono, in diversi modi, la propria famiglia. A differenza del nono cerchio dantesco, nel mio breve canto, a fare da guardiana alle anime dannate, vi è Medea, una dei più celebri personaggi del mito e della tragedia greca, che nel mio immaginario ha occhi e cuore ghiacciati». Manca Virgilio, ma la guida scelta da Mario meglio si confà ai suoi gusti letterari, perché a sostituirlo ci pensa Petronio, ineguagliabile “arbiter elegantiarum”, padre di tutti gli esteti. «I personaggi incontrati sono Nerone e un certo Padovano, il quale dice di aver condotto "tra color di sotterra" il suo grande amore prima ancora che lei potesse laurearsi. La poesia diventa, quindi, un mezzo per poter fondere insieme presente e passato, storia e mitologia, leggerezza e riflessione». E fu così che, per mano di un liceale gallurese, il “Padovano” Filippo Turetta e l’empio gesto del femminicidio sono stati rubricati in una geniale versione due punto zero della Commedia dantesca.