Alfonso Marras assicura: «A Bosa tornerà la videosorveglianza, abbiamo 100mila euro»
Dopo gli ultimi fatti di cronaca il caso del non funzionamento delle telecamere ha acceso il dibattito sulla sicurezza pubblica. Pronta un atto politico della minoranza con Alessandro Campus
Bosa L’ultimo fatto di cronaca, sul quale sono in corso le indagini dei carabinieri, è il ferimento di un turista svedese nella parte bassa del centro storico, nelle prime ore del mattino di domenica scorsa. Anche per questo come per altri episodi, fra tutti l’incendio di quattro auto in una concessionaria che si affaccia su piazza Dante a dicembre 2023, avvenuti in passato nella città del Temo, le verifiche degli inquirenti si affidano al vaglio delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza pubblico, oltre che alle telecamere di attività e privati. Nel primo caso però c’è da considerare più di una incognita visto che da due anni almeno, gli occhi elettronici gestiti dalla sala operativa e di controllo non funzionano. Il motivo è legato alla necessità di un sistema operativo da riallestire, come spiega una comunicazione ufficiale del Comune di Bosa. Dell’argomento videosorveglianza, inoltre, si occuperà anche il consiglio comunale, visto che Alessandro Campus dai banchi della minoranza presenterà un’interpellanza o un’interrogazione per avere lumi sulla situazione. L’amministrazione però rassicura: «Sarà ripristinato a breve il funzionamento dell’intero sistema di videosorveglianza presente in città, messo in parte fuori uso dall’alluvione del 2022». Questo chiarimento consente anche di risalire alla data in cui far risalire lo stop del controllo sul territorio urbano attraverso questo sistema. Per ripristinarlo più volte dalla polizia municipale sarebbero arrivati richiami espliciti e richieste in Comune sia nella precedente che nell’attuale consiliatura seppur iniziata da pochissimi. Non è comunque un argomento semplice da dipanare perché sul tavolo c’è anche la questione della necessità di rispondere alle norme sulla privacy e quindi alla parte amministrativa interna di gestione e all’assegnazione delle responsabilità di chi dovrà gestirlo.
Resta il fatto che la videosorveglianza è utilissima come deterrente per azioni vandaliche e reati e in più di un’occasione dà una mano a chi svolge le indagini in caso di fatti di cronaca. Il Comune ha a disposizione 100mila euro, fondi stanziati dalla Regione con l’ultima finanziaria dopo un emendamento allora presentato dal consigliere regionale e attuale sindaco Alfonso Marras: «Saranno utilizzati per il trasferimento del sistema di controllo nella nuova sede della polizia locale e per il ripristino degli impianti di videosorveglianza». Dalla malandata sede dell’ex tipografia di corso Garibaldi la polizia locale si è infatti dovuta giocoforza spostare qualche mese fa al primo piano della sede dell’ex giudice di pace, nel viale Alghero.
L’esigenza di avere in città telecamere di videosorveglianza era emersa nel primo decennio del nuovo millennio, assecondata con la posa di una manciata di occhi elettronici che vegliavano sugli ingressi delle principali strade di collegamento col territorio e su piazza Nassiriya. Quindi, con un altro contributo, erano stati acquistati il software e altre telecamere che vennero posizionate in alcuni nodi strategici tra vie e piazze, per arrivare a una ventina di postazioni totali. Ancora, nel 2021, «Il Comune aveva provveduto a potenziare il numero delle telecamere installate in città, posizionando nuove apparecchiature nelle zone portuali e agli ingressi del centro abitato», aggiornando anche la parte software, con un corposo finanziamento in arrivo dal ministero dell’Interno, con a quel punto più o meno quaranta telecamere a disposizione. Tutto questo è avvenuto prima dell’ondata di maltempo del novembre 2022, con un black out, non si sa se totale o parziale, che dura quindi da almeno due anni.