La Nuova Sardegna

Oristano

Il vertice

Autonomia scolastica, un istituto a rischio in provincia di Oristano

di Michela Cuccu

	La sede dell'istituto comprensivo scolastico di Marrubiu
La sede dell'istituto comprensivo scolastico di Marrubiu

La conferenza provinciale si chiude senza decisioni, ma c’è di nuovo timore per i tagli alle sedi

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Oristano Si è conclusa con un nulla di fatto la Conferenza provinciale degli istituti scolastici, convocata dall’amministratore straordinario della Provincia Battista Ghisu. La redazione del piano di dimensionamento scolastico da inviare alla Regione è stata rinviata e sindaci, sindacalisti e dirigenti scolastici che hanno partecipato alla riunione assieme al rappresentante dell’Ufficio scolastico provinciale, hanno rimandato tutto a un altra conferenza da tenere tra una settimana. Anche quest’anno dovrà elaborare il piano di dimensionamento da inviare alla Regione, ma come già accaduto dodici mesi fa, nessuno ha voluto assumersi la responsabilità di indicare quale autonomia cancellare.

Nessuno lo ha detto a chiare lettere, ma potrebbe essere quello di Marrubiu l’istituto comprensivo a essere soppresso dal prossimo anno scolastico. L’autonomia dell’istituto che comprende anche le scuole di Arborea, dopo che quest’ultima in passato era stata soppressa, si era infatti salvato grazie alla deroga concessa dalla Regione che aveva rivisto il piano a seguito di proteste arrivate da tutta la Sardegna, portando da 42 a 36 le direzioni da cancellare in tutta l’isola. Per la provincia di Oristano ne vennero quindi cancellate tre delle quattro inizialmente previste: due a Oristano e una ad Abbasanta, mentre Marrubiu si salvò in corner. Quella concessa dalla giunta regionale si trattava solo di una deroga ed ecco che per l’anno scolastico 2025-2026, la questione si è ripresentata. A Marrubiu però sono nuovamente pronti a non recedere di un passo per difendere l’autonomia della loro scuola che, qualora venisse cancellata, verrebbe accorpata a Terralba, che nel frattempo ha chiesto di fondersi con San Nicolò d’Arcidano che già da un anno ha messo nero su bianco la volontà di staccarsi dall’Istituto comprensivo di Mogoro al quale è accorpato da alcuni anni.

Non è un caso che proprio la sindaca di Arborea, Manuela Pintus, nel suo intervento abbia rivendicato il diritto di mantenere l’autonomia scolastica di Marrubiu, sottolineando, come già aveva fatto l’anno scorso quando ancora non era sopraggiunta la deroga regionale, il territorio fosse già stato penalizzato e benché la soppressione riguardi solo la dirigenza, ha ricordato che l’accentramento dei servizi, anche amministrativi in istituti più grandi non sempre si rivela un vantaggio per gli studenti. Ieri sono stati i sindaci i protagonisti dell’assemblea e, come già nel passato, si sono espressi contro i tagli. Quello del capoluogo Massimiliano Sanna, ad esempio, ha proposto di respingere, come già avvenuto lo scorso anno, qualsiasi proposta di ridimensionamento della scuola pubblica della provincia. Francesco Mereu, primo cittadino di Ales, ha invece rivendicato il diritto a permanere dell’istituto comprensivo del suo comune che riunisce le scuole di nove centri dell’Alta Marmilla e del Grighine, essendo il territorio riconosciuto svantaggiato. Anche i sindacati sono allarmati: «La scuola statale della provincia non ha bisogno di tagli e razionalizzazioni, ma di investimenti e risorse – ha detto Pino Ciulu (Gilda) –. Invece si continua a favorire la scuola privata a svantaggio di quella pubblica, venendo meno a quanto sancito dalla Costituzione».

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