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Oristano

San Vero Milis

Il pontile da 120mila euro costruito un anno fa spazzato via dal mare

di Enrico Carta
San Vero Milis il pontile di Sa Marigosa danneggiato
San Vero Milis il pontile di Sa Marigosa danneggiato

È la terza volta che l’opera di Sa Marigosa viene divelta dalla forza delle correnti

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San Vero Milis Maestrale, onde, correnti, mareggiata ed erosione. È stato un mix di elementi, la combinazione perfetta tra di loro, a mostrare ancora una volta la fragilità del pontile di Sa Marigosa. Anche la mano dell’uomo però ci ha messo del suo ben prima che si scatenasse l’ultima burrasca, perché a questo punto è chiaro che c’è qualcosa che non va nel tanto contestato manufatto. Nato come punto di approdo per i pescherecci così da poter consentire lo sbarco del pescato in sicurezza e garantire le norme igieniche, non era piaciuto ai proprietari delle case della borgata marina e a chi sceglie quel tratto di litorale per passare qualche ora al mare durante l’estate. Era costato poco più di 120mila euro, finanziamento che il Comune di San Vero Milis aveva ricevuto dal Flag Pescando. A poco più di un anno dalla sua realizzazione l’opera è da rifare per la terza volta e c’è chi fa dell’ironia: «È servita solo per fare i tuffi dal trampolino durante l’estate».

Dopo essere finita sotto l’esame dei giudici, in seguito a un ricorso presentato dai proprietari delle case, era stata infatti definitivamente autorizzata, ma fu necessaria una variante ed è questa che, secondo il sindaco Luigi Tedeschi, è anche uno dei motivi per cui il pontile non ha retto alla furia del mare. Proprietari di case e bagnanti hanno un’altra opinione ed è quella che girava nella loro testa sin dall’inizio di questa storia: l’opera lì non andava proprio fatta e i 120mila euro spesi sono stati buttati, è il caso di dirlo, a mare. Avevano previsto che il punto di approdo non avrebbe retto alle correnti e così è andata. Da domenica il pontile è diviso in due tronconi e, ancora una volta, se lo si vuole rendere operativo bisognerà intervenire per ripararlo sapendo già che alla prossima burrasca il lavoro sarà stato inutile. Il primo cittadino ne ha preso atto ed è a sua volta alquanto contrariato. «Certamente ha influito il fatto che il ricorso al Tar ci abbia fatto perdere del tempo prezioso e abbia costretto a effettuare una modifica del progetto – esordisce Luigi Tedeschi –. Inizialmente era previsto che i pali di sostegno venissero avvitati direttamente nella sabbia. Il prolungarsi della vicenda in tribunale, che ha dato ragione al Comune e torto ai residenti, ha però fatto perdere del tempo utile. La zona è interessata da un pesantissimo fenomeno di erosione, per cui nei mesi in cui la causa andava avanti è cambiato drasticamente il fondale e non è stato più possibile effettuare il lavoro previsto originariamente».

Si era quindi scelta l’opzione di sistemare dei plinti in cemento, sui quali è stato poi conficcato il pontile in legno che, però, non regge alle mareggiate. La soluzione quindi è inadeguata alla situazione e qui subentra la contrarietà del sindaco nei confronti di chi ha progettato l’opera scegliendo proprio quel punto di litorale: «I tecnici avevano individuato quello come luogo in cui costruirlo. Mi pare evidente che ci sia qualcosa che non funzione e che non possiamo riparare il pontile ogni volta che il mare si ingrossa. È un lavoro che ha avuto un collaudo e le certificazioni da parte dei tecnici. Chiederemo chiarimenti. Siamo consapevoli che la situazione in quel tratto di mare è notevolmente peggiorata per i fenomeni di erosione e per le correnti che si sviluppano, però l’amministrazione comunale non può accettare quanto sta accadendo».

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