Addio a Gisella Masala, anima del volontariato e del comitato per la salute
Aveva scoperto la malattia la scorsa estate e tra pochi giorni avrebbe compiuto 60 anni. Dalla Sardegna all’Africa, sempre a disposizione degli altri e in prima linea in tante battaglie civili
Oristano Domenica 16 marzo avrebbe compiuto 60 anni e giusto pochi giorni fa aveva detto a chi aveva potuto incontrarla in queste ultime ore di grande sofferenza trascorsi all’hospice di Nuoro, che avrebbe organizzato una bellissima festa. Il cuore di Gisella Masala si è fermato però prima. Alle 10.30 di oggi, martedì 11 marzo, il fisico indebolito dalla malattia scoperta la scorsa estate ha lasciato andare via le ultime gocce di quell’energia che aveva sprigionato in tutti questi anni di battaglie civili, in giornate trascorse a sostegno degli altri. Medico dentista, è stata una figura di primo piano nelle lotte che il territorio oristanese ha portato avanti per rivendicare i diritti della sanità sempre più in difficoltà. È stato solo l’ultimo capitolo di una serie di iniziative che l’hanno vista in prima fila, senza badare a risparmiarsi e mettendoci sempre la faccia e il cuore. Diventata uno dei volti o forse il volto per eccellenza della battaglia del territorio, promossa attraverso il Comitato per il diritto alla Salute della provincia di Oristano, è stata l’anima di manifestazioni, incontri, dibattiti, vivaci faccia a faccia coi vertici amministrativi della sanità oristanese e regionale. Decisa, ma sempre costruttiva, aveva avuto la capacità, assieme agli altri componenti del Comitato, di accendere i riflettori sul problema dell’assistenza sanitaria sempre più difficile da ottenere in un territorio dove la carenza di medici è diventato un problema gigantesco.
Sapeva che la protesta fine a se stessa porta in un vicolo cieco e non benefici alla società, così era stata lei stessa a promuovere iniziative concrete che andavano oltre le indispensabili manifestazioni di piazza in cui far sentire la voce della collettività anche attraverso la sua. Quando la scorsa estate aveva scoperto di avere il cancro non si era fermata. Qualche anno fa si era messa in testa che l’Hospice di Oristano doveva avere un giardino degno di tal nome, perché il prato incolto non era degno di un luogo simile, e allora aveva fatto di tutto pur di arrivare al risultato. Aveva promosso eventi culturali, concerti, incontri e dibattiti per dare gambe alla raccolta fondi. Aveva coinvolto aziende, personale sanitario, amici, chiunque sapeva che potesse darle una mano e a gennaio l’Hospice di Oristano ha potuto inaugurare il suo giardino. C’era anche lei e chi sapeva del suo male – peraltro non ne aveva fatto mistero – aveva pensato che forse lì avrebbe trovato il suo ultimo rifugio e avrebbe un attimo calmato il suo spirito sempre vigoroso, invece le strade della vita l’hanno portata a Nuoro, in un altro hospice. Non pensava però che sarebbe stata quella la sua ultima tappa e ancora qualche giorno fa, con ottimismo e vigore, aveva ripetuto che non appena i valori del sangue l’avessero consentito sarebbe tornata a casa e avrebbe ripreso la chemioterapia.
Non ha fatto in tempo e di lei resta il cordoglio che hanno voluto manifestare immediatamente anche le persone che si sono scontrate con la sua determinazione nel voler arrivare alla meta anche di fronte a ostacoli che parevano insormontabili. C’è l’Asl a ricordarla, c’è l’Ordine dei medici, ci sono, e contano più di ogni altra cosa, tanti messaggi che si rincorrono sui social e tra i telefonini a raccontare che il seme da lei piantato era germogliato. A ricordare chi è stata Gisella Masala C’è quel giardino, che oggi cresce colorato e rigoglioso in un luogo dove chi affronta la malattia nel suo momento conclusivo trova un angolo di serenità. Lontano da lì, in Africa, ci sono anche i suoi pazienti. Non quelli dello studio dove lavorava, ma quelli che andava a incontrare e che curava senza chiedere nulla in cambio, solo perché era fatta così e adorava essere se stessa mettendosi a disposizione per gli altri. Non risparmiandosi mai.