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Caos concessioni, Settimo Nizzi e Roberto Ragnedda: «Non poteva andare diversamente»

Caos concessioni, Settimo Nizzi e Roberto Ragnedda: «Non poteva andare diversamente»

I primi cittadini di Olbia e Arzachena: «Proroga inammissibile»

03 maggio 2024
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Olbia La sentenza del Consiglio di Stato non li ha certo sorpresi. Settimo Nizzi e Roberto Ragnedda, sindaci di Olbia e Arzachena, da anni si oppongono alla proroga delle concessioni lungo le spiagge. Non per una avversione nei confronti dei balneari, ma per una questione strettamente legata alla gerarchia delle fonti. «Non poteva andare diversamente – commenta Settimo Nizzi –. Già alcuni anni fa il Consiglio di Stato si era pronunciato in modo molto chiaro. Gli Stati dell’Unione non possono non osservare la legge europea. È semplice. Di conseguenza anche gli amministratori, i dirigenti comunali e i responsabili dei procedimenti sono chiamati a rispettare ciò che dice la legge. Altrimenti il rischio è anche quello di andare incontro a un danno erariale».

Poi una battuta sugli imprenditori balneari della sua città. «Io con loro ci parlo e glielo dico da anni – prosegue Settimo Nizzi –. È normale che cerchino di difendere la loro attività, ma fino a un certo punto. Oltre non si può andare». Il primo cittadino non ha idea di ciò che possa accadere nei prossimi mesi lungo le spiagge olbiesi. «La competenza non è più dei Comuni – sottolinea Settimo Nizzi – e quindi non sono io a decidere. È passato tutto alla Regione e, di conseguenza, in questa fase non sono altro che uno spettatore. So solo che la sentenza del Consiglio di Stato parla chiaro: la proroga fino al 31 dicembre 2024 è illegittima».

Sulla stessa linea Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena e quindi alla guida del Comune della Costa Smeralda. «Un pronunciamento di questo tipo era prevedibile – dice Ragnedda –. Non è altro che l’applicazione della gerarchia delle fonti. Ora dobbiamo capire come gestire questa fase, che avremmo potuto affrontare per tempo se non si fosse voluto invece illudere i concessionari balneari con la proroga. I Comuni hanno subìto la revoca della competenza sul demanio da parte della Regione. Ora vediamo se tornerà ai Comuni. Parliamo di una materia delicata, complessa e articolata e nella quale i Comuni di tutta Italia stanno andando in ordine sparso».

Argomento su cui Ragnedda si è confrontato anche all’interno del G20 delle spiagge con gli altri comuni balneari. «Dal punto di vista politico dico che la situazione di oggi era stata più che annunciata – sottolinea –. E non per partito preso, ma solo perché sin dall’inizio abbiamo deciso di applicare la legge, senza creare false illusioni. Secondo noi è giusto qualificare l’offerta in termini di maggiori servizi, con una forte spinta alla tutela ambientale. Le spiagge non sono beni eterni ed è nell’interesse degli stessi operatori e delle generazioni future proteggerle e valorizzarle. Nessuno parla di creare musei o di metterle sotto campane di vetro. Sono gioielli preziosi che hanno importanti ricadute economiche su tutto il territorio e sono il principale attrattore dei nostri ospiti. Anche le concessioni devono intercettare questa spinta verso la protezione».
 

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