La Nuova Sardegna

Il giorno dopo la strage

Nuoro, sotto choc la scuola del piccolo Francesco: «Uno psicologo per aiutarci nel dolore»

di Luca Urgu
Nuoro, sotto choc la scuola del piccolo Francesco: «Uno psicologo per aiutarci nel dolore»

Il bambino di dieci anni, ucciso dal padre Roberto Gleboni, frequentava la quinta a Monte Gurtei: «Abbiamo scelto di tacere in classe sulla tragedia»

26 settembre 2024
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Nuoro La violenza è sempre un errore, soprattutto sui bambini. Ancora più indifesi, fragili e impotenti. Un bambino di 10 anni ucciso dal padre, e anche la sorella maggiore e la mamma vittime di una improvvisa follia omicida. E il fratello maggiore vivo per miracolo. «Siamo sotto choc. È una tragedia di grande proporzione che si fa fatica ad affrontare», dice la dirigente Graziella Monni dell’Istituto Maccioni Deledda che coordina l’attività anche delle scuola elementare di Monte Gurtei, dove il più piccolo dei due fratelli frequentava una delle quinte classi di un istituto comprensivo molto grande che supera tra i vari plessi i mille iscritti. «La nostra responsabilità e il nostro impegno va nella direzione di tutelarli e proteggerli nel migliore dei modi. Sono andata in classe. Gli alunni erano sereni e inconsapevoli. Il loro compagnetto non c’era, il suo banco è rimasto vuoto. Come può capitare per un’assenza in una classe con 19 alunni. Noi abbiamo deciso di concerto con i genitori dei suoi compagni di continuare a lavorare e di non dire nulla. A casa ciascuno deciderà come comportarsi con i loro figli. Da oggi 26 settembre, avremo in classe una brava psicologa che ci darà un supporto, un aiuto in questo momento davvero difficile. Dobbiamo utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione per gestire un lutto improvviso e non assolutamente preventivato».

Il più grande dei due fratelli è ferito, ma non in maniera grave. «Credo sia il momento del silenzio e del lutto», esordisce con la voce spezzata dal dolore Pierina Masuri, dirigente dell’Itc, dove il quattordicenne frequentava da una decina di giorni la prima superiore. «Qui da noi ha preso la maturità anche Martina, una ragazza splendida. La ricordo come una studentessa modello e con un comportamento impeccabile. Certo è che quando avvengono queste cose rimaniamo spiazzati, basiti. Anche noi ci faremo aiutare da dei professionisti per affrontare questo momento difficile», dice la preside che poi aggiunge. «È superficiale attribuire la causa alla follia, si può agire sulla prevenzione e non ci troveremmo ad affrontare queste tragedie. La gestione delle emozioni e degli impulsi deve essere affrontata anche come aspetto educativo, con esperti e specialisti del settore».

Mauro Lisei, insegnante di musica, è uno dei docenti che ha seguito lo studente alle scuole medie fino all’anno scorso: «È un ragazzo meraviglioso! Serissimo nell’adempimento dei suoi doveri scolastici. Stimato sia dai suoi docenti che da tutti i compagni di scuola e irreprensibile nel comportamento, sempre corretto. Un esempio positivo per tutti. Io e i miei colleghi siamo devastati da questa tragedia totalmente inaspettata», dice il professore.

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