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Sanità

Dario Giagoni attacca la Regione: «Sulle nomine Asl solo interessi di partito»

Dario Giagoni attacca la Regione: «Sulle nomine Asl solo interessi di partito»

Il deputato leghista polemico contro la presidente Todde: «A Palazzo Devoto sono alle prese con spot elettorali che oscurano il diritto alla salute»

26 ottobre 2024
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Sassari Sul valzer delle caselle per le nomine Asl, sbraccia Dario Giagoni che bacchetta la Regione: «L’attuale maggioranza regionale predica bene ma si contraddice nei fatti. In opposizione, per cinque anni si è eretta a paladina della buona politica contro le influenze di partito, ma ora usa proprio la scure politica sugli scudi della meritocrazia». 

Il deputato della Lega non può non tenere conto dell’ultima novità, cioè la nomina naufragata di Mario Nieddu – ex assessore alla Sanità in quota leghista, oggi all’Udc –e della dottoressa Graziella Boi ai vertici dell’Asl 8 di Quartu Sant’Elena.

Per questo parla di incarichi professionali che vanno assegnati per titoli e meriti e non su imposizioni partitiche: «Soprattutto nel mondo della sanità sarda, in cui in queste ore il clima politico sempre più rovente con botta e risposta al vetriolo oscura il diritto alla salute, negato in parte ai cittadini isolani per la mancanza dei medici di base».

Incalza Giagoni: «E pensare che a marzo, proprio in un’intervista a La Nuova Sardegna, la governatrice Alessandra Todde (in attesa di proclamazione ufficiale) aveva promesso che “la salute dei sardi sarebbe stata al primo posto tra i suoi pensieri e le sue azioni”. Ebbene, anche le nomine dei vertici Asl sono una priorità per contrastare la crisi profonda della sanità sarda, ma è evidente che a Palazzo Devoto sono ancora alle prese con spot elettorali – va giù duro il deputato del carroccio su presidente Todde e assessore Armando Bartolazzi –. Così come è altrettanto evidente che la tensione alle stelle tra la Regione e le Asl per le nomine apicali sia scaturita da imbarazzanti scelte politiche che mirano solo a un ricambio immediato di poltrone per far cessare i mal di pancia della maggioranza regionale, cioè di esponenti che quando sedevano sugli scranni dell’opposizione sostenevano con forza che gli incarichi dovevano essere fatti per meritocrazia». (p.ard.)

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