La mozione di sfiducia a Bartolazzi non passa e l’assessore replica sulle gaffe
Respinta con 34 no e 21 si. «Rombo di Tuono? Frase tirata fuori da un discorso più ampio»
Cagliari Non passa la mozione di sfiducia presentata nei confronti dell’assessore regionale alla Sanità Armando Bertolazzi: con 34 voti contrari e 21 favorevoli è stata respinta. Un esito scontato, considerato che la maggioranza aveva già blindato l’esponente della giunta Todde. A presentare la mozione era stata la minoranza di centrodestra, primo firmatario Paolo Truzzu (Fdi).
L’assessore ha replicato all’opposizione. «La mia prima tentazione è stata di replicare con un no comment e rimettermi al volere dell'Aula, ma il mio senso istituzionale e il rispetto che provo per tutti voi, presidente Todde e colleghi consiglieri, è stato tale che mi obbliga a dare delle risposte politiche a ciascuno dei punti su cui si basa questa mozione. E lo faccio con un motivo anche personale: la mia dignità di uomo non è negoziabile a nessun livello politico».
Ha esordito così Bartolazzi, che ha ripreso le accuse mosse dall'opposizione, comprese le critiche sulle cosiddette gaffe: per esempio
“ Il rombo di tuono della sanità sarda”, spiegando che si è trattato di una frase decontestualizzata da un discorso più ampio. E poi ancora, “l'azoto liquido per combattere la blue tongue”, e la definizione dell’ospedale Businco come “ologramma”. Bartolazzi ha rivendicato il lavoro svolto: «Fino a oggi dal mio assessorato sono uscite 139 delibere su tanti aspetti specifici del sistema sanitario, dai percorsi per l'epilessia e la sclerosi, alla spesa farmaceutica, passando per l'avvio del percorso verso la perequazione delle retribuzioni dei medici».
Duro l’intervento di Paolo Truzzu, Fdi: «La situazione è sotto gli occhi di tutti. Nessuno di noi pensava che l'assessore dovesse risolvere tutti i problemi della sanità in otto o nove mesi, ma ci aspettavamo che perlomeno ci fosse un indirizzo. Lei è inadeguato».
Mentre Francesco Agus, dei Progressisti, ha sottolineato che «l'emergenza è sotto gli occhi di tutti. Occorre riappacificare il mondo delle istituzioni con quello di chi tutti i giorni lavora in ospedale, abbattere le liste d'attesa con un intervento incisivo. Ogni giorno che passa i problemi aumentano».