Sui tagli ai fondi per i Comuni ora è scontro Regione-Anci
Francesco Spanedda: «Stiamo aiutando i sindaci». Daniela Falconi: «Non è vero»
Sassari Il braccio di ferro non è solo tra enti locali e governo centrale, i conti non tornano anche con gli uffici regionali.
C’è che dall’ultima manovra di bilancio il governo Meloni ha tagliato i fondi alle amministrazioni locali e alle province e da qui al 2029 i Comuni sardi perderanno 50 milioni di euro. Ma mentre i sindaci sollecitano anche la Regione ad aumentare il volume del Fondo unico, l’assessore regionale a Enti locali, finanze e urbanistica Francesco Spanedda calcola: «Nel 2024 c’è stato un incremento, 112 milioni in totale per tutti i Comuni». Daniela Falconi, presidente dell’Anci, reagisce infastidita: «Non è così e mi dispiace che un assessore non apprenda la differenza tra spesa corrente e spesa vincolata per investimenti specifici».
«Incremento» Spanedda riavvolge il nastro, «già a maggio del 2024 la Regione ha espresso fortissima preoccupazione per il taglio dei trasferimenti erariali proposto dal governo Meloni».
I tagli stimati ammontavano a circa 38 milioni di euro e «già rappresentavano un gravissimo danno per quei Comuni che hanno ottenuto maggiori finanziamenti sul Pnrr», spiega il rappresentante dell’assessorato competente. La nuova Manovra arriva come una mannaia, ancora più letale. «Il governo non può ridurre ulteriormente il trasferimento erariale a favore dei Comuni della Sardegna, già evidentemente penalizzati da un sistema che si regge sostanzialmente sulle risorse messe in campo dalla Regione». Tutti d’accorso, ma qui si apre la disputa: il Fondo unico verso le amministrazioni locali secondo i sindaci non è più adeguato e va rivisto. Spanedda prova a spegnere l’incendio: «Siamo consapevoli del fatto che il Fondo unico rappresenti un’entrata certa e costante nei bilanci dei Comuni – ed elenca –. È opportuno ricordare che i 100 milioni di euro in più previsti nella variazione del 2023 non erano un incremento stabile, ma frutto dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione del 2022. Nel 2024 l'incremento del Fondo unico con la Giunta Todde è stato di 80 milioni, a questi devono aggiungersi i 32 milioni di euro stanziati per la manutenzione delle strade. Si può affermare dunque che nel 2024 l'incremento dei fondi trasferiti agli enti locali è pari a 112 milioni».
La replica L’addizione non convince la presidente dei sindaci sardi, Daniela Falconi, che rivede i numeri: «No: agli 80 milioni, che avrebbero dovuto essere comunque 100, non si possono aggiungere i 32, perché quelli sono vincolati. Una spesa arrivata da bando, non da risorse libere a disposizione dei Comuni per programmare tutti i servizi. Parla di due cose diverse».
La numero uno di Anci Sardegna, e sindaca di Fonni, è convinta: «In questa situazione chi perde sono i Comuni, la spina dorsale dell’Italia». In mancanza di risorse pubbliche dallo Stato, da qui al 2029 sarà impossibile programmare. Le casse sono più vuote, di conseguenza vanno riviste le priorità. Anche secondo l’Anci, le logiche conseguenze saranno due: l’innalzamento delle tasse, per rimpinguare le finanze delle amministrazioni, e la diminuzione di servizi «dall’asilo nido all’assistenza per gli anziani», fino ai fondi da destinare alle associazioni di volontariato. Cuore delle attività nei territori.
La richiesta Il taglio del governo agisce in maniera proporzionale ai bilanci, i piccoli centri rischiano di soffrire maggiormente questa decisione. Perciò, i Comuni puntano al Fondo unico regionale, la richiesta è chiara: «Prima di tutto che ci sia un adeguamento, in questi anni le entrate regionali sono salite e il Fondo non è cambiato – spiega Falconi –. E poi che venga dato ai Comuni già in sede di manovra di bilancio, a inizio anno e non, come accade ora, attorno settembre o ottobre. Quando restano due mesi per spendere i fondi e con un meccanismo che non permette di programmare con serenità azioni per il futuro».