A Sassari la lezione dell’archistar Giancarlo Mazzanti: «Il centro storico? Lo salvano i giovani»
Tour a Palazzo Ducale per il famoso architetto padre della rigenerazione urbana nella sua Colombia. Professionisti, politici e cittadini a confronto nel dibattito organizzato all’ExMater di via Zanfarino
Sassari La ricetta è semplicissima: «I centri storici hanno bisogno di giovani: è così che possono rinascere». L’architetto Giancarlo Mazzanti parla di argomenti che conosce bene. A partire dagli anni Novanta, ha lavorato con il suo studio, L’Equipo de Mazzanti, a progetti di rigenerazione che hanno cambiato il destino della sua Barranquilla, città portuale della Colombia, e di Medèllin, passata da capitale del narcotraffico a caso di scuola nel campo della rigenerazione urbana.
Oggi, lunedì 10 marzo, è stato l’ospite principale dell’iniziativa “Creatività e rigenerazione urbana”, organizzato dal Comune all’ExMater di via Zanfarino, in collaborazione con la Fondazione di Sardegna e la Triennale di Milano e con la regia organizzativa di Betools, nel quadro del progetto Artijanos/Artijanas.
Prima dell’iniziativa, Mazzanti ha visitato Palazzo Ducale e incontrato il sindaco Giuseppe Mascia. «Un bellissimo palazzo» ha commentato, dopo un piccolo tour. Mazzanti, dallo scorso anno, lavora a un progetto di rigenerazione urbana del centro storico di Jesi nelle Marche, il centro da dove, più di un secolo fa, i suoi antenati partirono verso la Colombia. «Come si attirano i giovani? Con le cose che piacciono ai giovani. Parlavamo poco fa di luoghi per ballare, ecco, anche quelli. Ma poi centri dove usare il computer, luoghi per la formazione: dev’essere tutto gratis». Barranquilla, la città dove è nato Mazzanti, è la stessa dove sono nate due star globali come la cantante Shakira e l’attrice Sofia Vergara.
«Ecco, è importante coinvolgere nei processi di rigenerazione anche i personaggi più famosi di una città. A Barranquilla, l’amministrazione ha invitato Shakira e Sofia Vergara ad aprire nei negozi nelle strade del centro storico e questo ha contribuito a ripopolare e dare nuova vita a una parte della città che era sempre più povera e abbandonata».
La rigenerazione non passa solo per il recupero degli edifici: «Esatto. Prima bisogna portare le persone – aggiunge -. Il problema dei centri storici è lo spopolamento, quando si inverte la rotta, scatta anche il recupero edilizio». Il centro storico deve anche ospitare eventi: «Sì, lo spazio pubblico deve essere usato: penso al cinema in piazza, a festival dedicati ai balli tradizionali. Le strade devono riempirsi di persone».
Il tema è stato ripreso durante il convegno che, al termine dei saluti istituzionali, ha visto l’intervento di Nada Beretic e Niccolò Ceccarelli, docenti del Dipartimento di architettura, design e pianificazione dell’Università di Sassari e il dialogo fra Mazzanti e Nina Bassoli, della Triennale di Milano. Le conclusioni sono state affidate al sindaco Giuseppe Mascia, che ha raccolto la sfida di Mazzanti: «Dobbiamo ricolonizzare gli spazi pubblici, avere uno sguardo traversale per ripensare la città in funzione di nuove generazioni, nuove esigenze e nuove opportunità».