Il segreto per trasformare una passione in un lavoro
La storia del mio amico Luc dimostra quanto contino la costanza e la consapevolezza che raggiungere l’obiettivo richiede impegno
È mai capitato di conoscere una persona che della sua passione ha fatto un lavoro, ma che nonostante lo faccia da tantissimo tempo ancora non ha avuto il "successo" che spesso ci immaginiamo? Io si, ho avuto la fortuna di conoscerlo, e ne sono rimasta sorpresa. Per un mese è stato mio "fratello".
Si chiama Luc ed è stato mio "fratello" nel periodo di Erasmus che ho passato in Francia, nei mesi scorsi, in casa della famiglia che mi ospitava. Anche se effettivamente non era di molte parole, e la maggior parte delle volte lo vedevi con le cuffie da solo o con gli amici, ho avuto modo di conoscerlo e di parlare con lui. È un ragazzo che fin dai 17 anni di età circa si è introdotto in maniera autonoma nel mondo della musica, finendo poi per laurearsi come ingegnere del suono e di far della sua passione un vero e proprio lavoro.
Quando ho scoperto che faceva il producer la prima cosa che ho pensato è quanta strada avesse fatto, quanto famoso fosse e soprattutto chi fossero i cantanti che creavano un testo sopra la sua base. Lui non è mai stato di grandi parole e questo mi impediva di scavare a fondo e sapere di più, ma poi con il tempo ho imparato a capirlo. Quelle poche volte che parlava del suo lavoro, ne parlava come se fosse consapevole che avrebbe avuto ancora tanta strada da fare, come se quello che stesse facendo fosse solo l’inizio. L’umiltà e la consapevolezza che ha mostrato sono state le prime cose che mi hanno colpito tantissimo; non si è mai "gasato" per un suo lavoro che ci ha fatto ascoltare, la consapevolezza che avesse ancora tanta strada non lo abbatteva per nulla, ma anzi forse era la fonte di motivazione e di continuità.
Ho apprezzato tantissimo come (anche se con tanta attesa) si sia aperto e abbia reso "pubblica" a sconosciuti la sua musica, e come funzioni il suo lavoro, cosa che all’inizio sembrava anche abbastanza impossibile riuscirci. Il suo punto forte è la continuità e la speranza, la convinzione di poter migliorare e di poter fare strada con il suo tempo; e l’ho visto con la motivazione che ha ogni volta che lo vedo entrare in casa con suoi compagni, ogni volta che si toglie le cuffie o che se le mette per iniziare. E non nego che quando iniziava a creare nuove basi, io dalla cucina ogni tanto origliavo, sorpresa da tutto quello che riuscivo ad ascoltare.
Da quel momento ho compreso una cosa che per me è diventata molto importante; non importa quale sia il tuo "sogno", obiettivo o lavoro. La cosa che conta di più è la costanza, la serietà, la passione che una persona ci impiega per realizzare ciò. E non vanno trascurate la motivazione e la consapevolezza di quanta strada c’è da fare; perché è proprio quello il punto più importante. Se una persona vuole fare strada senza impiegare fatica, ciò è abbastanza impossibile. Se invece come ha fatto, come sta facendo e come sicuramente farà lui, se siamo consapevoli della strada e della sua fatica, e della sua lunghezza e nonostante tutto non ci si perde d’animo, allora si migliorerà e si farà strada.
Ognuno ha il suo modo di esprimersi e di comunicare. Dietro al lavoro di una persona poco conosciuta, possiamo magari trovare davvero un impegno maggiore rispetto a quello di una persona, diventata famosa per tutto tranne che per quello. E come ho imparato io ad apprezzare chi è consapevole di dove è, di quanto possa impiegare per arrivare a ciò che vuole, spero imparino anche tantissimi altri ad fare lo stesso. La consapevolezza è il primo passo del successo.
* Studentessa di 18 anni dell’Itcg Fermi di Pontedera