La Nuova Sardegna

Sport

L’intervista

Dalla salvezza sofferta alla vetta della serie A: l’Alghero Rugby sogna in grande

di Gianna Zazzara
Dalla salvezza sofferta alla vetta della serie A: l’Alghero Rugby sogna in grande

Il capitano Mario Serra parla dello straordinario risultato, i segreti del successo, il sostegno dei tifosi, le ambizioni

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari «È molto bello il momento che stiamo vivendo, siamo una squadra consapevole dei propri mezzi e lo stiamo dimostrando sul campo. L’Alghero continuerà a stupirvi».

Mario Serra, 28 anni, algherese doc, è il capitano dell’Alghero rugby, la squadra catalana che quest’anno, dopo le difficoltà vissute lo scorso anno con una salvezza decisa al fotofinish, è tra le migliori del campionato di Serie A di rugby. Ora è al terzo posto in classifica ( a pari punti con il Noceto) subito dietro le migliori, il Torino e l’imprendibile Calvisano.

L’hanno sorpresa questi risultati? L’Alghero arrivava da anni non proprio brillanti.

«È tutto merito del nostro coach, Marco Anversa, che è riuscito a dare la carica a tutto il gruppo compresi i tanti giocatori nuovi che sono arrivati quest’anno. È grazie a lui se la squadra ha cambiato pelle, ora siamo un gruppo molto affiatato sia dentro sia fuori dal campo e questo è molto importante. Le prime due partite di questo campionato non sono andate bene perché ci conoscevamo da poco, i risultati sono arrivati quando il coach ha dato la sua impronta alla squadra e le qualità dei singoli sono venute fuori. Bravo lui e bravi anche noi che lo abbiamo seguito. Partita dopo partita siamo saliti al terzo posto, subito dietro le migliori ma con la convinzione di potercela giocare anche con loro. Abbiamo conquistato il rispetto da parte degli avversari, non era scontato».

Qual è il segreto di coach Anversa?

«Sa come farsi seguire e ha le idee chiare. Non ci mette troppa pressione, quando siamo stanchi non calca troppo la mano con allenamenti pesanti. Insomma ci capisce, è uno di noi».

Questa squadra può crescere ancora?

«I margini ci sono, sono convinto che possiamo fare ancora meglio. Certo ci saranno difficoltà, magari qualche partita da qui alla fine del campionato non andrà come avremmo voluto ma abbiamo molto più consapevolezza rispetto a prima. L’importante è non prendere sottogamba le partite come abbiamo rischiato di fare domenica scorsa contro il Monferrato, ultimo in classifica. Alla fine abbiamo vinto, ma abbiamo rischiato».

E ora che succede, sognate la Serie A Elite?

«Non abbiamo la pressione di dover vincere il campionato, ma siamo diventati l’Alghero forte che sognavamo, è questa la nostra vittoria».

Lei che capitano è?

«Sono un capitano che combatte insieme ai suoi compagni, sempre. Ognuno di noi porta il suo mattone per costruire la vittoria, sono un capitano molto fiero della sua squadra».

I tifosi vi stanno seguendo in questa avventura?

«Quest’anno ci sono state delle belle risposte da parte del pubblico, ne siamo felici. La spinta dei tifosi, quando giochi in casa, è molto importante, li ringrazio».

La sua fidanzata viene a vederla in campo?

«Sì, ma non con troppo entusiasmo, soprattutto quando esco dal campo con qualche acciacco».

Il rugby ha meno visibilità rispetto ad altri sport. Perché un bambino o una bambina dovrebbe preferirlo ad altri?

«Il rugby ti insegna a rispettare le regole, a gestire l’aggressività e, soprattutto, a diventare campioni nella vita, per questo i più piccoli dovrebbero scegliere il rugby. Noi li aspettiamo a braccia aperte a Maria Pia».

Primo piano
Sos sicurezza

Minacce di morte al sindaco, cresce la tensione a Orgosolo

di Simonetta Selloni
Le nostre iniziative