La Nuova Sardegna

Il regno della notte

Francesca Fiore: «I miei primi vent’anni alla guida del Ritual, la creatura di mio padre Andres»

di Andrea Sini
Francesca Fiore: «I miei primi vent’anni alla guida del Ritual, la creatura di mio padre Andres»

Lo storico locale di Baja Sardinia, creato nel 1970 dal geniale architetto parmigiano, resta un punto di riferimento della Costa Smeralda

18 agosto 2024
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«Ho passato gli ultimi vent’anni a chiedermi se mio padre avrebbe approvato quello che stavo facendo con la sua “creatura”. La risposta è tutta in queste pietre, che oggi sento più vive che mai. E quindi è una risposta positiva». Vent’anni dopo, Francesca Fiore non è più soltanto “la figlia di Andres”. Il geniale architetto parmigiano che nel 1970 “sognò”, ideò e realizzò il Ritual alle porte di Baja Sardinia, non c’è più dal novembre 2003 e dall’estate successiva il testimone è passato proprio a Francesca. Che ancora oggi gestisce il locale più longevo delle notti della Costa Smeralda.

«Se guardo indietro è passata una vita – dice lady Ritual –. Quando papà se n’è andato avevo vent’anni, ero una ragazzina alle prese con una cosa enorme e al cospetto di quelli che vedevo come giganti: in quel periodo era arrivato Briatore, andavano forte il Pepero, Sottovento. Per il Ritual non era un periodo florido e io ero alle prime armi». Francesca Fiore in questi vent’anni cresciuta come manager riportando il Ritual all’antico splendore. «Oggi le cose vanno molto bene e sono felice, ma tutto è successo gradualmente, con i tempi giusti. All’inizio lavoravamo qua in 20, oggi siamo 150 e anche quest’estate per noi rappresenta un nuovo step di crescita». Il tutto senza snaturare l’antico spirito del Ritual. Che il vecchio Andres si rifiutava di chiamare “discoteca”.

Allora cos’è, nel 2024, questo leggendario tempio della musica incastonato tra i graniti della Gallura? «È prima di tutto un luogo di aggregazione, e questo lo è stato sin dall’inizio, quando la discoteca non esisteva. È un luogo dove ci si scambia qualcosa, nel quale i musicisti, gli artisti e gli intellettuali che invitiamo non vengono solo per fare spettacolo, ma prima di tutto per sentirsi a casa. E questo vale anche per il pubblico, perché chi viene qua porta via dentro di sé per sempre un pezzo di Ritual. In 54 anni si è trasformato, è nato il ristorante sulle Terrazze, ma non è mai diventato un semplice contenitore di gente che balla e beve. È anche questo, ci mancherebbe. Ma l’anima non si è mai snaturata nel tempo. Proprio come queste rocce, che hanno migliaia di anni».

Cambiano le mode, insomma, non lo spirito. «Ogni anno creiamo qualcosa di nuovo – sottolinea Francesca Fiore – che possa generare scambi inediti. Io sono stata la prima a portare i grandi dj in Costa Smeralda e non lo rinnego. Ora però andiamo in una direzione diversa. L’anno scorso tutto era improntato sull’arte, sul mapping delle rocce con luci particolari, si stava immersi nei disegni davanti ad attori e ballerine. Quest’estate abbiamo rimesso l’ospite al centro: non voglio che sia solo uno spettatore, ma che possa tornare a sentirsi a casa. E questo lo sento proprio come un ritorno a casa, anche per noi».

A proposito di casa, la famiglia Fiore sta già formando la terza generazione di figure da Ritual. «Mio figlio maggiore, Samuele, dall’anno scorso lavora con me. Matilda, la piccola, vorrebbe entrare nella squadra e l’anno prossimo potrebbe essere l’anno buono. Chiaramente sono liberi di scegliere il loro percorso, anche altrove. Io di certo resto qua, sono di Parma ma nella mia vita ho trascorso molto più tempo a Baja Sardinia che in Emilia. Casa mia è qua: che mi conoscano come “la figlia di Andres” o “Franci Ritual”, che è il mio nick sui social, io ragiono come una sarda che sta qua tutto l’anno. Con una certezza: il Ritual avrà ancora lunga vita».

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