La Nuova Sardegna

Festival noir

Florinas in Giallo, sul palco Cinzia Bomoll: una serie tv per l’ispettrice Nives Bonora

Florinas in Giallo, sul palco Cinzia Bomoll: una serie tv per l’ispettrice Nives Bonora

La scrittrice bolognese presenta in anteprima il nuovo episodio dei racconti ambientati tra le nebbie della Bassa ferrarese

01 settembre 2024
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Alle poliziotte, detective, commissarie protagoniste di fortunate serie Tv, potrebbe aggiungersi presto una nuova eroina. L’ispettrice Nives Bonora, 34 anni, sensibile, ribelle, un rapporto complicato con la figura materna, combattuta tra desiderio di autonomia e voglia d’amore. È il personaggio letterario creato da Cinzia Bomoll. La scrittrice bolognese presenta alle 17.30 in anteprima a Florinas in Giallo “Il sangue non mente” (Ponte alle Grazie), terzo capitolo della saga noir ambientata tra le nebbie della Bassa ferrarese.

Nel libro ci sono sviluppi decisivi sul rapporto di Nives con la madre e sulla relazione col commissario Brandi. Vuole chiudere la serie?

«Preferisco lasciare aperta una porta su un eventuale seguito. Proprio come nella vita reale, può esserci sempre qualcosa dietro l’angolo a cambiare le carte in tavola. Perciò, chissà...»

Lei è anche regista. Nives traslocherà sul piccolo schermo? E ha già pensato agli attori?

«Per ora sto sviluppando quella che in gergo si chiama “bibbia”, per poi poterla proporre a una produzione. Sugli interpreti, vorrei girare la domanda ai lettori: loro chi immaginano?».

La colonna sonora c’è già…

«Nives ascolta musica degli anni ’80 e ’90 perché la porta in una dimensione passata che appartiene a una generazione non sua ma in cui si rispecchia. Anche la passione per la poesia è una sorta di evasione e di distacco da una realtà troppo pesante».

Un personaggio di “Il sangue non mente” ha la Sindrome di Morris, di cui si è parlato anche per la pugile algerina Imane Khelif.

«Ho scritto il romanzo mesi prima del “caso Khelif”. Sono conscia del fatto che questa coincidenza crei curiosità, ma volevo solo evidenziare quanto non sia importante ciò che una persona è, ma ciò che si sente d’essere».

È per questo che, anche una volta risolto un caso, Nives continua a scavare nella psicologia e nella storia dei colpevoli?

«In lei c’è un’innata attenzione per la complessità dell’animo umano e il desiderio di andare oltre le apparenze che spesso ingannano nella soluzione di indagini svolte altrimenti con superficialità».

Perché ha scelto la Bassa ferrarese per la trilogia? «Con la sua nebbia si presta bene alle atmosfere noir. E poi somiglia a una provincia americana di frontiera, pur mantenendo le caratteristiche architettoniche tipiche dell’Italia. Un mix affascinante e insolito».

L’ultima giornata di Florinas in Giallo inizia alle 12 con l’aperitivo itinerante in compagnia di Enrico Pandiani, che dialoga del suo ultimo romanzo “Naufragio” (Rizzoli) con Luca Crovi. Alle 13 il “Pranzo con Grazia” a cura di Giovanni Fancello, ispirato al suo libro “La cucina di Grazia Deledda” (Arkadia). Alle 18.15 Massimiliano Ereddia conversa de “Il settimo cerchio” (Il Saggiatore) con Gianni Tetti. A seguire, la proclamazione del vincitore della prima edizione del Premio letterario Florinas in Giallo e lo spettacolo “L’uomo che volle essere Perón” con Gavino Murgia (sassofoni), Alessandro Lay e Francesca Pani (voci recitanti, Cada Die Teatro) e la regia di Giancarlo Biffi. In collaborazione con Insulae Lab - Centro di Produzione Musica Associazione Time in Jazz

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