Lumaca superstar: a Gesico una sagra da quindici quintali
La rassegna si terrà il 19 e 20 ottobre. Ogni anno 50mila persone invadono il paese
Parlare delle lumache di Gesico significa entrare in un mondo in cui tradizione, storia, cultura, enogastronomia e religione si incrociano in un racconto affascinante e ricco di sorprese. Intanto le lumache del territorio della Trexenta, Gesico e paesi vicini, sono una prelibatezza assoluta.
Lumache Helix, le migliori che si possano mangiare in Sardegna. Ne erano convinti anche i nobili sassaresi e cagliaritani che arrivavano qui già nel XVII secolo per acquistarle in quantità considerevole. Gesico dedica alle lumache anche una importantissima Sagra che quest’anno arriva alla edizione numero 32. Si svolgerà il 19 e 20 ottobre affiancata dalla ben più antica festa dedicata a Sant’ Amatore, patrono del paese, che invece celebra la sua 403esima edizione.
«Una festa che ogni anno richiama tantissima gente – sottolinea Carlo Carta presidente della Pro Loco di Gesico –. Da altre parti sparano cifre a caso, ma qui quando parliamo di 50mila persone che arrivano nell’arco di due giornate, non sbagliamo». I numeri della Sagra sono davvero interessanti.
«Calcoliamo almeno 15 quintali di lumache cucinate durante la Sagra – aggiunge Carta –. A queste vanno aggiunte quelle vendute per un consumo successivo. Praticamente in tutte le case di Gesico in quei due giorni si possono acquistare i deliziosi gasteropodi. I punti in cui si cucinano e si possono mangiare sono invece una decina più gli agriturismi del territorio, che in quei giorni registrano il tutto esaurito».
«Sicuramente si tratta di una delle rassegne più importanti in Italia e in Europa – dice con orgoglio il sindaco Terenzio Schirru –. La nostra manifestazione è una vetrina del territorio e ci ha proiettati ovviamente nel panorama italiano visto che siamo inseriti da alcuni anni nel circuito dei centri, circa una decina, che si fregiano della denominazione di Città delle lumache. La tradizione esiste ed è forte anche nel nord Italia in particolare in Toscana».
Interessanti le tappe di avvicinamento alla Sagra. «La raccolta delle lumache – interviene Carta – si fa a partire da agosto e per tutto settembre. Nel frattempo si comincia a lavorare sul raccolto. Questa è una buonissima annata e dunque siamo soddisfatti della quantità e della qualità del prodotto. Le lumache vengono controllate a una a una e spurgate prima del procedimento di precottura. Si possono conservare così anche per un anno e poi cucinate nel modo che si preferisce».
Giusto per parlare di cottura a Gesico organizzano anche un altro evento, oltre alla curiosa gara di “velocità” fra lumache. «La Sagra verrà preceduta il 12 ottobre – aggiunge il sindaco di Gesico – dalla kermesse gastronomica con alcuni ristoratori che utilizzano una loro ricetta per cucinare le lumache».
L’elicoltura fa parte integrante dell’economia del territorio insieme all’agricoltura e agli allevamenti. E anche la Regione affianca Gesico in questa direzione. «Abbiamo ricevuto un finanziamento di 2 milioni e 650mila euro – prosegue il primo cittadino – per sostenere l’allevamento oltre che per valorizzare ulteriormente l’estrazione della bava delle lumache a scopo terapeutico e cosmetico». A proposito di scopo terapeutico i lavori scientifici sono molto approfonditi.
«Gli istituti di ricerca di Cagliari, Parma e Parigi hanno scoperto – conclude il presidente della Pro Loco – che l’elicina, una proteina che si trova nella bava, ha proprietà antinfiammatorie e antibiotiche. I francesi sostengono anche che può essere coadiuvante nel sostenere i trattamenti chemioterapici per bambini». Utilizzo dunque quasi a 360 gradi. Ma per i visitatori che invaderanno fra pochi giorni Gesico, l’interesse maggiore è legato alle ricette: lumache arrosto, in umido, gratinate, con la fregula. Comunque sempre una bontà da gustare.