La Nuova Sardegna

Al Circolo Sassarese

Parajo d’oro al talento di Anna Tifu e al genio imprenditoriale di Francesco Muntoni

di Massimo Sechi
Parajo d’oro al talento di Anna Tifu e al genio imprenditoriale di Francesco Muntoni

La violinista e il patron di Delphina hanno ricevuto l’ambito premio

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Le note de La Ciaccona di Bach suonate da Anna Tifu hanno chiuso oggi 11 ottobre la cerimonia di consegna del Parajo d’oro, il premio istituito nel 1968 dal Rotary Club Sassari per onorare la memoria dell’ingegner Francesco Sisini, primo presidente e fondatore del club. Anna Tifu ha ricevuto il prestigioso premio «per il valore della sua attività riconosciuta dalla critica internazionale e dal pubblico come violinista concertista e interprete di altissimo livello internazionale. Un modello per le giovani generazioni, a dimostrazione che con l’impegno e la costanza nessun traguardo è impossibile. Anche se si è nati in Sardegna».

L’altro Parajo d’oro è andato invece all’imprenditore Francesco Muntoni, «per il valore della sua attività come imprenditore nel settore alberghiero, come presidente della catena alberghiera Delphina, per la sensibilità che ha dimostrato verso la salvaguardia dell’ambiente, come testimoniano i numerosi riconoscimenti internazionali conferiti da prestigiosi organismi».

Il presidente del Rotary Paolo Castiglia nel suo intervento ha ricordato la figura di Sisini, il primo presidente di quello che è stato il primo club Rotary della Sardegna. «Il Rotary – detto Castiglia – è soprattutto amicizia e mettersi al servizio con iniziative come quelle per l’eradicazione della polio, per combattere la fame e la sete nel mondo e per portare la pace. E proprio a questo proposito un pensiero viene rivolto ai nostri militari della Brigata Sassari in missione in Libano».

I due vincitori hanno risposto poi alle domande del direttore de La Nuova Giacomo Bedeschi. «All’emozione sul palco non ci si abitua, si impara a gestirla. Col tempo non passa, anzi forse peggiora, soprattutto per chi come me è molto emotiva e pignola. Però l’emozione aiuta anche ad essere più espressivi musicalmente». Sul suo maestro Salvatore Accardo e su tutti gli altri con cui ha studiato c’è soprattutto la gratitudine «per tutto quello che mi hanno insegnato, ad iniziare dal metodo di studio che mi aiuta ancora oggi». Ed è d’accordo anche sulle parole pronunciate proprio a La Nuova dal Maestro Uto Ughi sul provincialismo culturale che frena i giovani talenti italiani. «Purtroppo ha ragione e dispiace perché si dà più spazio a chi viene da fuori nonostante ci siano giovani di talento che meriterebbero più spazio. D’altronde anche io suono in tutto il mondo ma non vengo invitata a Cagliari».

Il cavalier Francesco Muntoni al lavoro e alla sua impresa ha dedicato oltre 50 anni della sua vita. «Ho iniziato nel 1970, dopo aver lasciato il Politecnico di Torino. Ho sempre fatto impresa e ho costruito tanto, soprattutto vicino al mare ma con un’attenzione sempre fortissima nei confronti della natura. Io dico sempre che la camera più bella del mondo non esiste e soprattutto che la natura è il bene più prezioso da conservare. Noi non facciamo lusso, noi il lusso lo abbiamo intorno a noi. Ringrazio chi ha apprezzato tutto questo e che mi ha gratificato con questo premio». Ma Muntoni ha avuto anche un passato da sindaco di Aggius per sei mandati. Alla domanda su quale sia la sua passione più grande, la politica o l’impresa, risponde: «la mia passione più grande è la caccia». Poi senza eludere la domanda ricorda che quella dell’amministratore più che una passione è stato un «rendersi conto di vivere in un contesto dove alcune cose non riuscivano a svilupparsi come avrebbero dovuto». E allora è arrivato l’impegno di amministratore nella sua Aggius dove con il contributo e l’entusiasmo della moglie sono stati realizzati il museo etnografico e il museo del Banditismo.

Il pensiero finale è di nuovo per la Brigata Sassari in Libano e a quei valori e principi fondanti del Rotary. «Noi possiamo fare poco – ha detto il direttore de La Nuova – se non puntare sulla cultura perché è la cultura che apre le menti e i musicisti sono i primi ambasciatori della pace». Così, con le note di Anna Tifu non poteva esserci conclusione migliore per il premio 2024.

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