Simonetta Bazzu nello stazzo di Berchiddeddu trasmette le ricette storiche dei centenari
Molti ospiti da America e nord Europa dopo il documentario Netflix sulla longevità e il programma per la Cnn con Stanley Tucci
Qui si inizia usando il microscopio per poi allargarsi fino a tutto il mondo. Si parte da Battista, che è un borgo minuscolo di una frazione piccolissima di Olbia, cioè Berchiddeddu. Battista però lo conoscono fino ai ghiacciai del nord Europa e oltre Atlantico, e negli ultimi mesi, come succede da qualche anno a questa parte, sono arrivati su quei monti verdi della Gallura turisti di lusso e celebrità. «Non mi piace chiamarli turisti, sono ospiti», spiega Simonetta Bazzu. Il merito è del suo progetto “Vittoria Arimani”.
Il vecchio stazzo di famiglia è ora un laboratorio in pietra dove ogni giorno, di continuo, ospita avventori che le fanno visita per imparare a fare la pasta fresca. il richiamo che usa Simonetta è alla tradizione dei centenari, e lo stile di vita che insegna è quello della lentezza e della semplicità. Stare attorno a un tavolo in legno, lavorare acqua e semola, allungare gli impasti con le mani e con le dita creare i dettagli della pasta fresca della Sardegna. «Il visitatore che viene nell’isola è cambiato, non è più quello interessato solo al divertimento, alla spiaggia – ragiona Simonetta Bazzu, gioielli sardi addosso, occhi profondi, sorriso contagioso –. Chi viene ora, viene perché vuole conoscerci». I network di settore parlano già da tempo di turismo lento.
Lei va oltre: «Oggi noi ci siamo dimenticati cose semplici come un piatto di ravioli al sugo, ma chi viene a trovarmi si meraviglia esattamente di questo. Penso ai grandi americani, loro non vogliono qualcosa di eccezionale, ce l’hanno già a casa loro». L’azienda Vittoria Arimani è nata cinque anni fa, accoglie visitatori tutti i giorni in ogni stagione, con lezioni personali o classi fino a dieci persone alla volta che imparano, in un laboratorio che dura qualche ora, a impastare e a fare a mano da zero alcune paste fresche tipiche o il pane. Una giornata tipo nello stazzo in granito, dove non si usa l’elettricità nemmeno per i forni, inizia dalla colazione, «è il momento in cui tutti gli ospiti si conoscono tra loro e io conosco loro – spiega Bazzu –. Poi il percorso si sviluppa con l’attività manuale».
Tra i tipi di pasta preferiti, Simonetta esce dalla Gallura e cita le Lorighittas, «adoro le caombas di Masullas e i gravellus» e i culurgiones, chiaro. Poi riemergono gli insegnamenti di nonna e mamma nei «chiusoni». Molti arrivano a lei da lontano. Da molto lontano. «E chi viene non parte da zero, qualcosa la sa già. Merito del documentario Netflix sulle blue zone del mondo, dove c’è la Sardegna, della puntata del programma di Stanley Tucci sulla Cnn (nel 2022), e quest’estate la mia storia è stata pubblicata su Bbc travel».
I turisti («gli ospiti») in questa ultima lunga stagione estiva hanno preso l’abitudine di presentarsi al suo ingresso senza nemmeno prenotare. «Hanno letto che sono qui tutti i giorni, quindi vengono a cercarmi», dice Simonetta fiera, che da anni attraverso le lavorazioni manuali insiste sulla riconquista delle tradizioni da parte delle nuove generazioni. Come a dire: non lasciamole nello scrigno del passato. Di certo, osserva l’imprenditrice della pasta, un certo successo è dovuto anche «alla maggiore consapevolezza della gente sul mangiare bene e in maniera più sana».