La Nuova Sardegna

Cucina

Nelle ricette sane di Tessa Gelisio anche i sapori della sua Sardegna

di Fabio Canessa
Nelle ricette sane di Tessa Gelisio anche i sapori della sua Sardegna

È uscito il libro della conduttrice tv nata ad Alghero con nonna di Bonorva. «Dall’isola ingredienti e spunti: tra le mie specialità le lasagnette con il carasau»

12 novembre 2024
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Nei ringraziamenti alla fine del libro il primo pensiero va alla nonna Elena che quando era piccola le ha trasmesso la passione per la buona tavola e insegnato le basi della cucina casalinga. Nonna originaria di Bonorva trasferitasi dopo il matrimonio in Toscana, dove Tessa Gelisio è cresciuta anche se nata ad Alghero dove per un periodo erano andati a vivere i genitori alla fine degli anni Settanta. Un legame multiplo con la Sardegna, quello della conduttrice tv ed esperta di ecologia, che si è rafforzato ulteriormente quando ha conosciuto Massimo: il suo compagno che è di Calasetta, diventata non solo meta fissa per le vacanze estive ma anche luogo in cui hanno avviato insieme un’azienda vitivinicola. Non sorprende quindi trovare diversi riferimenti all’isola nel volume “Le mie ricette salvapianeta” appena pubblicato da Rizzoli. «Ho preso dalla Sardegna – racconta Tessa Gelisio – tanti ingredienti e spunti. Sono sapori a me familiari e che adoro, per piatti gustosi, sani e anche abbastanza pratici». Caratteristiche che si sposano perfettamente con la filosofia del libro, pensato per promuovere una cucina genuina, naturale e a basso impatto ambientale. Il concetto è chiaro, l’alimentazione incide molto sulla salute del mondo in cui viviamo oltre che sulla nostra. «La considerazione iniziale da fare – sottolinea l’autrice – è che la produzione di cibo, per miliardi di persone, è una delle principali cause dell’inquinamento: bisogna trasformare terreni, lavorarli, usare tanta energia, sostanze chimiche, modificare i prodotti e trasportarli. Quindi mangiare in un modo o nell’altro ha una ricaduta per il benessere del pianeta, dobbiamo capire che è necessario adottare uno stile di vita a basso impatto ambientale in tutti gli aspetti del quotidiano e partendo proprio dall’alimentazione». Una sostenibilità che accoglie i principi della dieta mediterranea, tra le più sane, puntando su prodotti locali e di stagione. «Idealmente si collega a quello che facevano i nostri nonni, a come si mangiava una volta in modo più sano e sostenibile. Per questo ho recuperato nel libro i vecchi trucchetti della nonna che magari sappiamo tutti, ma è giusto ricordare». Certo i tempi sono cambiati e non è sempre facile trovare il momento di mettersi con calma ai fornelli, almeno non tutti i giorni. Ecco quindi una comoda soluzione, quella del meal prep: la preparazione dei pasti in anticipo. «Ci si può organizzare per coprire tutta la settimana – spiega Tessa Gelisio – sfruttando il freezer, cucinando e congelando cereali, legumi e verdure per avere delle basi. Poi con delle variazioni si possono fare tanti piatti diversi». Come quelli proposti nel volume “Le mie ricette salvapianeta” che presenta una divisione in capitoli secondo le stagioni. «La stagionalità è fondamentale per mangiare bene. I prodotti sono molto più buoni, costano meno e hanno un impatto ambientale minore. Per ciascuna stagione ho scelto dodici ricette, ma per ognuna indico delle varianti e quindi si possono fare facilmente tanti altri piatti. Per esempio propongo la fregola sarda ai frutti di mare in rosso con vongole e cozze, con l’alternativa di usare orzo o pasta piccola al posto della fregola oppure gli asparagi al posto del pomodoro per farla in bianco». Una delle diverse ricette, tutte pratiche e genuine ma non per questo meno invitanti per il palato, che sono ispirate alla Sardegna. A farla da padrone il pane carasau, un simbolo della cucina isolana. «Lo adoro e si presta a molti utilizzi, come quello della preparazione di involtini che è la prima ricetta del libro. Un’altra proposta è quella delle lasagnette carasau, pomodoro e mozzarella e poi c’è il pane fratau che presento con il brodo vegetale al posto di quello di pecora perché al di fuori dell’isola non è molto diffusa come carne. E rispetto alla tradizione in cui si usa l’uovo in camicia, per cambiare consiglio di provare a mettere la burrata».
 

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