La Nuova Sardegna

La valigia dell’attore

Il festival del cinema dedicato a Gian Maria Volontè si ferma dopo 21 anni

di Fabio Canessa
Il festival del cinema dedicato a Gian Maria Volontè si ferma dopo 21 anni

La figlia dell’attore, Giovanna Gravina, spiega il perché di questa decisione

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Agli amici lo diceva da anni: «Questa è l’ultima edizione». Poi era sempre andata avanti nonostante le difficoltà anche perché in fondo, dietro c’è sempre stata una questione di cuore, essendo la manifestazione dedicata al padre, l’indimenticabile Gian Maria Volonté. Ora però l’annuncio diventa ufficiale e il futuro del festival della Maddalena “La valigia dell’attore” si avvolge di nuvole nere. «Siamo stanchi. Lavorare con gli istituti e gli enti pubblici con tempistiche assurde che non permettono di programmare con tranquillità una manifestazione così articolata non è semplice. Motivo per il quale abbiamo deciso di prendere una pausa di riflessione e per il momento sospendere l’intera iniziativa».

Parole di Giovanna Gravina Volonté, al plurale perché rispecchiano il pensiero anche di Fabio Canu con il quale negli anni ha condiviso il peso dell’organizzazione attraverso l’associazione Quasar e il prezioso lavoro del loro team di collaboratori. L’annuncio arriva al termine del secondo atto del festival messo in piedi, nella ventunesima edizione, per il trentennale della scomparsa di Volonté, morto improvvisamente il 6 dicembre del 1994 mentre era sul set del film “Lo sguardo di Ulisse” diretto da Theo Angelopoulos.

Secondo gli organizzatori il momento giusto per chiudere perlomeno un ciclo, in attesa di capire se ci saranno le condizioni per aprirne un altro con magari forma e modalità diverse. La speranza di tutti quelli che hanno conosciuto la manifestazione è ovviamente quella che in qualche modo l’esperienza possa continuare. Di sicuro una delle iniziative culturali più importanti tra quelle realizzate in Sardegna, un’eccellenza con gli altri festival del circuito Le isole del cinema (Una notte in Italia a Tavolara, Pensieri e parole all’Asinara e Creuza de ma a Carloforte).

Era il 2003 quando la Maddalena ospitava una rassegna come omaggio a Volonté, sepolto sull’isola, diventata qualche anno dopo un appuntamento fisso con il titolo “La valigia dell’attore”. Un festival unico nel suo genere anche perché, come ricordato dal critico cinematografico Fabio Ferzetti, «non esiste in Italia altra manifestazione dedicata così specificamente al lavoro degli attori». Uno spazio d’incontro e approfondimento sull’arte della recitazione, oltre le proiezioni presentate dagli stessi protagonisti del cinema italiano. Tutto passato dalla Maddalena nel corso di questi 21 anni: da chi ha avuto la fortuna di incrociare la sua carriera con quella di Volonté alle nuove generazioni cresciute nel mito dello straordinario attore che amava l’arcipelago. Una manifestazione che nel tempo si è arricchita di importanti attività come il ValigiaLab, laboratorio di alta formazione frequentato da allievi di scuole di recitazione e condotto da interpreti importanti con la collaborazione di Fabrizio Deriu, docente in discipline dello spettacolo. Uno degli amici storici del festival presenti nel weekend alla Maddalena per il tributo al grande attore, come Ferruccio Marotti (professore emerito alla Sapienza) e Felice Laudadio (tra le tante cose ideatore del Premio Volonté), tutti concordi nell’asserire che un’esperienza così non può andare perduta. Più diretto Boris Sollazzo, giornalista e critico protagonista come consulente del festival: «Una manifestazione come questa devi meritartela come isola, come regione, come settore, come paese intero. E invece si è lasciato tutto sulle spalle di donne e uomini di buona volontà. Così non si può andare avanti».

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