Eiffel 65, Maury: «David Guetta si è innamorato di “Blue”. Ho nostalgia dell’infanzia in Sardegna»
Ad Alghero all’anfiteatro Graziani anche Fred De Palma e Night Skinny. Per il duo dance set di un’ora: «E sarà una parata di hit»
Ad Alghero questa sera, lunedì 23 dicembre, va in scena un evento trasversale. Sul palco dell’anfiteatro Graziani saliranno gli Eiffel 65, Fred De Palma e Night Skinny. I primi sono il simbolo della musica dance italiana nel mondo. Maury e Jeffrey Jey portano avanti una storia nata negli anni ’90 con Gabry Ponte. I due Eiffel 65 continuano a far ballare come il primo giorno.
Maury, che concerto dobbiamo aspettarci?
«Nasciamo dai club, è stato il nostro terreno preferito, poi però col tempo ci siamo ritrovati in contesti pop. Diciamo che ora siamo utilizzabili nel club e nella piazza (ride, ndr). Il nostro set sarà di circa un’ora, ci concede la possibilità di concentrare tutti i singoli più noti. Sarà una parata di successi».
Viene da dire che gli Eiffel 65 non siano mai andati via. Che effetto fa essere un punto d’incontro per diverse generazioni?
«La dance si portava dietro le stimmate di un genere dove dovevi durare due anni e basta. Per fortuna ci sono state delle eccezioni. Noi, Gigi D’Agostino, Gabry Ponte, Robert Miles. Ma posso dire che rimanere nel tempo era qualcosa che cercavamo. Abbiamo sempre puntato tanto sulla scrittura, non siamo diversi da una band rock o pop. Non ci interessava solo far ballare, volevamo emozionare e far cantare chi stava in pista».
Negli ultimissimi anni vi hanno omaggiato Boomdabash e Shiva.
«Ma soprattutto David Guetta. Con lui, “Blue” ha ricevuto gli stessi premi, ha vinto nelle stesse categorie e ha fatto gli stessi numeri a 22 anni da quando uscì la prima volta».
Com’è avvenuto l’incontro con quello che è forse il dj più famoso al mondo?
«Un giorno d’estate del 2017 mi scrissero in molti sui social dicendomi che stava suonando una sua versione di “Blue” all’Ultra music festival. Un video è finito virale su Tik tok, dopo 12 ore è arrivata la richiesta per pubblicare il remix».
Che poi è diventato la canzone “I’m good” insieme a Bebe Rexha.
«Fino a quel momento “Titanium” era il brano di David Guetta più ascoltato nella storia, adesso è la sua versione di “Blue” e mi sembra incredibile (su Spotify quasi 2 miliardi di streaming, ndr)».
Ecco, “Blue” è stato il vostro primo singolo e quello di maggior successo. Il 17 aprile festeggerete il 25esimo anniversario con un evento al Forum di Milano. Cosa significa quella canzone per voi?
«Ci ha insegnato tantissimo, per la prima volta producevo fregandomene di qualsiasi cosa passasse in radio».
All’anagrafe lei è Maurizio Lobina, ha origini sarde?
«Sì, a scuola in Piemonte non trovavo mai un altro Lobina. Invece quando venivo in Sardegna era pieno. Le origini di mio padre sono di Villaperuccio, vicino Carbonia. Se ripenso alla Sardegna, rivedo Porto Teulada, Porto Pino, andavo con mio nonno a lumache e a pescare. Il latte di capra, il mirto, il porcetto mi riportano indietro nel tempo. A una dimensione che mi fa stare bene. È come il potere della musica, quando una canzone ti fa rivivere un periodo esatto. Ho condiviso il camerino con Michael Jackson a 27 anni, ma se ripenso a quei periodi in Sardegna fino ai 14 anni non ho dubbi su cosa valga davvero tanto per me».
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