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Fair play, il codice di comportamento che funziona nello sport e nella vita

di Giuseppe Gavini*
Fair play, il codice di comportamento che funziona nello sport e nella vita

La correttezza dei comportamenti non è un optional ma un elemento distintivo e necessario

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Molte volte capita che nei giochi (sia online che reali) quando un giocatore per esempio cade a terra imprechi contro colui che l’ha fatto cadere e magari ne chieda anche una punizione.

Se poi la punizione nei confronti dell’altro non arriva, può capitare che il giocatore si lasci andare a comportamenti non consoni verso l’arbitro e verso gli altri giocatori, a volte scatenando anche nei tifosi reazioni violente.

Per questo le società sportive hanno coniato il termine del “fair play”, in inglese “gioco corretto”. Il termine (già utilizzato nell’800) si riferisce all’attitudine verso un comportamento sano e amichevole con gli avversari, in modo tale che il divertimento del gioco non venga rovinato da faide inutili che mettono in evidenza comportamenti scorretti e violenti che a loro volta possono influenzare i tifosi.

L’etica del fair play quindi può definirsi come un gesto che mostra alle persone che rispettare e aiutare gli altri porta le persone a loro volta a ricambiare i buoni comportamenti.

Al giorno d’oggi il fair play è la prima cosa che i giocatori devono rispettare in tutti i campionati sportivi e negli e-sport (tornei di videogiochi), ma anche quando si gioca tra amici e conoscenti è preferibile che si rispettino regole di buon comportamento. Anche se in contesti più ristretti qualche volta, sempre con misura, forse ci si può un po’ lasciare andare.

Ma se in determinati contesti ignorare quest’etica non comporta gravi conseguenze, in altri ignorarlo può mettere i giocatori in brutte situazioni. Come ad esempio nel caso dell’ex ciclista Lance Armstrong (nella foto) , vincitore di 7 Tour de France consecutivi. Gli furono revocati i trofei per l’accusa (confermata da lui stesso e da altri compagni di squadra) sull’uso di tecniche dopanti tra il 1998 e il 2011.

Anche il doping è considerata una violazione del fair play in quanto esso altera le vere qualità dell’atleta. In definitiva il fair play nasce per impedire che le persone prendano cattivi esempi dai loro idoli sportivi, in che mostri le conseguenze che subiscono per farlo.

Già da qualche anno si è manifestata una sorta di etica simile al fair play nel campo economico, nota come “fair play finanziario”, che riguarda il prevenire spese e bilanci spropositati ed insostenibili per le imprese.

*Giuseppe è uno studente del Polo Tecnico Devilla di Sassari


 

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