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La luna è bianca, misteriosa, attraente: l’astro più caro all’umanità

di Andrea Bomboi*
La luna è bianca, misteriosa, attraente: l’astro più caro all’umanità

La missione Apollo cambiò tutto non solo per la scienza ma anche per poeti e scrittori

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La “sfera d’acciaio”, come venne definita da Ludovico Ariosto, è stata sempre presente nella cultura umana fin dai suoi albori.

Nonostante oggi la si conosca in maniera scientificamente più approfondita, eventuali nuove scoperte sono sempre dietro l’angolo.

La luna è l’unico corpo celeste che orbita attorno alla terra, possiede una forma quasi sferica e nell’intero sistema solare è il quinto satellite più grande dopo Ganimede, Callisto, Io e Titano.(Lune di Giove e Saturno). La sua superficie si compone di parti più chiare che coprono il 70% dell’emisfero visibile dalla terra e sono definite altopiani e di parti più scure dette mari. Le rocce tipiche degli altopiani sono le anortositi, composte da ossidi di calcio, alluminio, magnesio e silicio. I mari, invece, sono costituiti da rocce basaltiche.

Inoltre, l’intera superficie è ricoperta di uno strato di pietre e polvere, chiamato regolite e derivato dai frammenti dei meteoriti che hanno formato i caratteristici crateri.

Già gli antichi greci avevano fatto scoperte strabilianti riguardanti il bianco satellite : Ipparco riuscì a misurare la distanza terra-luna e forse Anassimene da Mileto, nel VI secolo a.C. scoprì che la luna non brilla di luce propria.

Nel mondo romano, la luna era la guida degli astri, regina portatrice di luce, di vita e di morte e fanciulla sapientissima. Il culto lunare non fu abbandonato dalla nuova fede cristiana, che accettò di buon grado l’interpretazione antica. Infatti, non è raro trovare nelle raffigurazioni medievali il crocifisso con ai lati la luna e il sole.

Nel Medioevo era molto difficile fare osservazioni scientifiche sulla luna, ma questo non scoraggiò di certo poeti e scrittori. Tra questi, colui che merita la nomea di «astronauta medievale» è proprio Dante Alighieri, che per primo nella letteratura italiana ha parlato scientificamente della luna. Il topos del viaggio cosmico verso la luna viene ripreso agli inizi del Cinquecento da Ludovico Ariosto, forse il primo vero «poeta nazionale» d’Italia. Nel suo Orlando Furioso il celeberrimo protagonista, dopo aver scoperto che la sua amata Angelica si è innamorata del fante saraceno Medoro, perde completamente il senno che il bizzarro Astolfo dovrà recuperare. Il Duca, insieme alla sua guida, San Giovanni, arriva sul suolo lunare e da lì può osservare la terra che appare insignificante rispetto alla grandezza del cosmo.

Il paesaggio è occupato da cose futili: poteri, ricchezze, privilegi, imperi, preghiere, sospiri e doni fatti per ottenere “mercede”.

Nel 1543, Niccolò Copernico scrisse «Le rivoluzioni dei corpi celesti», con il quale ripropose il modello eliocentrico, con il sole al centro dell’universo e i pianeti che orbitavano intorno. Seguace di queste teorie fu Galileo Galilei, matematico, fisico e astronomo padre della scienza moderna.

Grazie al cannocchiale, Galilei poté osservare ed analizzare i pianeti, le stelle, il sole e la luna. Lui ipotizzò che le macchie lunari fossero create dalla presenza di montagne e valli sulla sua superficie. In seguito raffigurò in un manoscritto tutte le fasi lunari che aveva osservato.

Nel periodo romantico la luna è stata presa come simbolo dagli artisti e dai poeti romantici che l’hanno descritta come affascinante, misteriosa e pura e finalmente nel XX secolo si è riusciti a raggiungere la superficie dell’astro più caro all’intera umanità. Durante la missione Apollo 11, quinta missione del programma Apollo, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin riuscirono ad allunare. Questo evento accadde nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 e cambierà non solo il mondo delle esplorazioni spaziali ma anche quello letterario. Lo stesso Italo Calvino dopo lo sbarco spiegò come, da quel momento, i nuovi scrittori avrebbero dovuto utilizzare la luna non più come simbolo del mistero ma come base per sviluppare nuovi mondi.

Eugenio Montale, nello stesso periodo definirà la luna non più come misteriosa ma come la base della modernità.

*Andrea frequenta il Liceo scientifico Pira di Siniscola


 

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