Parcheggi nel Parco, lite continua
di Nicola Nieddu
Finisce in tribunale la querelle tra Regione e Borgosesia: la società proprietaria dell’area di 300 ettari
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ALGHERO. Continua la querelle tra Parco di Porto Conte, Regione e Borgosesia Spa, quest’ultima proprietaria di 300 ettari, nel cuore del parco, tra Punta Giglio e Porto Conte. Da tempo è in essere una trattativa con Parco, Comune e Regione per definirne l’utilizzo e la conseguente valorizzazione. Ieri mattina una squadra di operai con alcuni mezzi ha posizionato delle barriere e chiuso l’area che sino a poco tempo fa era utilizzata come parcheggio dai visitatori. Tutto legittimo, naturalmente, in quanto la società Borgosesia è proprietaria di quell'area di circa 2.000 metri quadri che nel giugno dello scorso anno era stata concessa in comodato d’uso gratuito al Parco proprio per poter realizzare l’area parcheggio. Concessione scaduta lo scorso 31 dicembre. Da allora la società proprietaria dei terreni si è resa disponibile per trovare una soluzione.
In più occasioni la società lombarda, difesa dall’avvocato Stefano Carboni, ha cercato una mediazione con tutti gli enti interessati. La Borgosesia potrebbe anche cedere i terreni in cambio di una contropartita congrua. Magari in cambio di altri beni immobili. Eppure, lo scorso anno, dopo l’accordo per l’utilizzo gratuito dell’area parcheggio, sembrava si fosse arrivati ad una svolta, invece c’è stato una sorta di cortocircuito che ha bloccato tutto.
Una querelle che è finita sui banchi del tribunale civile con una causa in corso. Viene contestato anche il fatto che, ad esempio, il parco fa pagare fino a 2.000 euro al giorno il sorvolo e le riprese con droni sui terreni che sono in parte anche di proprietà della Borgosesia. Oltre le chiavi del cancello di accesso alla strada, la Borgosesia chiede il ripristino dello stato dei luoghi. Alcuni casotti sono stati spostati, ma c'è dell'altro come le condotte fognarie dell’area pic-nic. Dalla società hanno sempre detto che se acquistassero, oppure se mettessero a norma il parcheggio e se arginassero i possibili incendi e il pericolo determinato dalle auto, con la presenza di estintori o impianti antincendio, si potrebbe trovare un accordo. Anche perché, eventuali responsabilità sulla sicurezza potrebbero cadere in capo alla Borgosesia.
Per questo motivo la stessa società sta valutando, visti gli imminenti pericoli di incendio, di mettere a norma il parcheggio ed assumere in proprio la gestione attribuendola a terzi. Per conto del Parco a parlare è il presidente Raimondo Tilloca: «Il Parco non c’entra nulla, ma l’interlocutore di Borgosesia è la Regione Sardegna. Come Parco non possiamo dare nulla in cambio, ci atteniamo alle norme. Non siamo proprietari. Sulla questione cancello, non possiamo dare le chiavi perché il proprietario della strada, dalla Provinciale alle ex casermette, è il Demanio». Naturalmente la questione dei terreni Borgosesia non ha nulla a che vedere con l’area in concessione alla cooperativa Quinto Elemento dove si stanno eseguendo i lavori di ristrutturazione delle ex strutture militari che, una volta conclusi, potranno essere nuovamente fruibili al pubblico.
In più occasioni la società lombarda, difesa dall’avvocato Stefano Carboni, ha cercato una mediazione con tutti gli enti interessati. La Borgosesia potrebbe anche cedere i terreni in cambio di una contropartita congrua. Magari in cambio di altri beni immobili. Eppure, lo scorso anno, dopo l’accordo per l’utilizzo gratuito dell’area parcheggio, sembrava si fosse arrivati ad una svolta, invece c’è stato una sorta di cortocircuito che ha bloccato tutto.
Una querelle che è finita sui banchi del tribunale civile con una causa in corso. Viene contestato anche il fatto che, ad esempio, il parco fa pagare fino a 2.000 euro al giorno il sorvolo e le riprese con droni sui terreni che sono in parte anche di proprietà della Borgosesia. Oltre le chiavi del cancello di accesso alla strada, la Borgosesia chiede il ripristino dello stato dei luoghi. Alcuni casotti sono stati spostati, ma c'è dell'altro come le condotte fognarie dell’area pic-nic. Dalla società hanno sempre detto che se acquistassero, oppure se mettessero a norma il parcheggio e se arginassero i possibili incendi e il pericolo determinato dalle auto, con la presenza di estintori o impianti antincendio, si potrebbe trovare un accordo. Anche perché, eventuali responsabilità sulla sicurezza potrebbero cadere in capo alla Borgosesia.
Per questo motivo la stessa società sta valutando, visti gli imminenti pericoli di incendio, di mettere a norma il parcheggio ed assumere in proprio la gestione attribuendola a terzi. Per conto del Parco a parlare è il presidente Raimondo Tilloca: «Il Parco non c’entra nulla, ma l’interlocutore di Borgosesia è la Regione Sardegna. Come Parco non possiamo dare nulla in cambio, ci atteniamo alle norme. Non siamo proprietari. Sulla questione cancello, non possiamo dare le chiavi perché il proprietario della strada, dalla Provinciale alle ex casermette, è il Demanio». Naturalmente la questione dei terreni Borgosesia non ha nulla a che vedere con l’area in concessione alla cooperativa Quinto Elemento dove si stanno eseguendo i lavori di ristrutturazione delle ex strutture militari che, una volta conclusi, potranno essere nuovamente fruibili al pubblico.