La Nuova Sardegna

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L'Aquila

Rischiò di restare strangolata al kartodromo, l'inchiesta continua

Giampiero Giancarli

Il gip del capoluogo abruzzese blocca l'archiviazione dell'indagine sull'incidente in cui rimase ferita Elena Pirastu figlia 21enne della consigliera regionale Anna Maria Busia

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L’AQUILA. L’inchiesta sull’incidente nel kartodromo di Cavalletto d’Ocre, nel quale rimase ferita una ragazza sarda, Elena Pirastu, figlia della consigliera regionale Anna Maria Busia, sembrava avviata verso l’archiviazione ma non è così. In precedenza, la Procura aveva chiesto di chiudere il caso e visto che non vi sono parti civili ( la famiglia della ragazza non si è costituita), tutto sembrava far ipotizzare il non luogo a procedere.

A sorpresa il giudice per le indagini preliminari del tribunale ha bloccato l’archiviazione chiesta dal pm fissando per il 17 dicembre un’udienza per discutere il caso. Per contro, le motivazioni del dissequestro della struttura sembravano sgombrare il campo da ipotesi diverse da quella inizialmente prospettata. «Si osserva che», era scritto nelle motivazioni, «l’elemento di colpa ravvisato nel non avere l’indagato esposto alla persona offesa le prescrizioni di natura preventiva è smentito dalla circostanza puntualmente riferita negli atti di indagine della presenza di un cartello sulla destra dello sportello di cassa esponente la raccomandazione di mettersi alla guida del go kart senza abiti sventolanti, mentre non sono esposti indizi in merito al momento in cui la sciarpa si è distesa protendendone un lembo verso parti del veicolo in movimento e alla concreta possibilità che l’indagato avesse di percepire tali sviluppi e intervenire tempestivamente per arrestare la corsa dell’infortunata. Si osservi che anche i clienti che la seguivano e hanno per primi percepito che qualcosa non andava, hanno individuato la causa dell’incidente solo al momento del soccorso».

Il tribunale, sulla scorta di queste asserzioni, dispose l’immediata rimozione dei sigilli che era stata chiesta dall’avvocato Ernesto Venta il quale assiste l’unico indagato, Pio Barbarossa, titolare dell’impianto sportivo denominato Centro Italia corse.

I fatti risalgono al giorno di Pasquetta quando la giovane, insieme ad alcuni amici, si trovava nell’Aquilano in occasione delle feste. La cagliaritana rischiò di essere strozzata dal suo foulard che si era impigliato nel motore del mezzo. Le sue condizioni sembrarono molto gravi e si decise di trasportarla in elicottero nell’ospedale di Teramo. In quel presidio medico rimase alcuni giorni, nel reparto di Rianimazione, con prognosi riservata. Poi, quando le sue condizioni migliorarono, la Pirastu, che ha 21 anni, fu trasferita nell’ospedale di Cagliari. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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