Cagliari, documenti e lavoro: i migranti bussano alla Regione
Sit in del sindacato Usb con venti profughi per far pressione sul Governo affinché metta mano alle normative sulla concessione del diritto d'asilo e sui permessi di soggiorno. E perché venga chiuso il Cara di Elmas
CAGLIARI. Chiedono alla Regione di fare pressione sul governo perchè metta mano alle normative sulla concessione del diritto d’asilo e sui permessi di soggiorno. Sono i responsabili del sindacato Usb che questa mattina (martedì 27 ottobre 2015) insieme a una ventina di migranti hanno organizzato un sit in sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari.
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Il sindacato denuncia anche le condizioni in cui versano i circa duecento ospiti del centro di primo soccorso e accoglienza (Cara) di Elmas. «Quel centro va chiuso, così com’è è una galera», sottolinea Salvatore Drago dell’Usb, «i soldi utilizzati per il centro potrebbero confluire in progetti alternativi di integrazione».
I migranti chiedono procedure più snelle per ottenere i documenti, senza i quali non possono cercare un lavoro e sono costretti a vivere nelle strutture della Caritas. «Sono arrivato due anni e mezzo fa dal Mali, sbarcando in Sicilia con i barconi», racconta Diabi Toure, 31 anni, «vorrei restare in Sardegna, non voglio partire, ma vorrei avere una vita normale qui, con i documenti e un lavoro».
I manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.