La Nuova Sardegna

Cagliari

Il racconto

Le violenze sessuali di Max Coviello, testimonianze choc delle ex modelle: «Così ci adescava»

di Luciano Onnis
Le violenze sessuali di Max Coviello, testimonianze choc delle ex modelle: «Così ci adescava»

Due ragazze che oggi hanno 24 e 26 anni raccontano le loro esperienze con il talent scout di modelle arrestato dalla squadra mobile di Cagliari

24 luglio 2024
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Cagliari Sara e Valentina, due amiche che oggi hanno 24 e 26 anni, cagliaritane, sarebbero state vittime in altri tempi, quand’erano minorenni, di Massimo “Max” Coviello, 42 anni cagliaritano, talent scout di modelle, ballerine e cantanti, arrestato dalla Squadra mobile di Cagliari.

Ieri, dopo aver saputo dell’arresto dell’impresario, hanno contattato la Nuova Sardegna per raccontare la loro disavventura vissuta nel 2015, nove anni fa. Ma hanno conservato indelebili i brutti momenti e ricordi di quella esperienza, e adesso hanno deciso che è il momento di parlare «perché quell’approfittatore non la deve passare liscia, anche se con noi ci ha provato ma non c’è riuscito». Comincia Sara, la più giovane delle due, la ragazza con cui Max Coviello avrebbe avuto un comportamento più spinto. «Era il 2015 e avevo 15 anni – racconta – avevo letto di sfilate di moda e siccome tutti mi dicevano che ero carina, ho voluto provarci. Ho contatto il numero di telefono apparso sull’annuncio social e mi ha risposto proprio Max Coviello. Mi ha invitata in un locale di Cagliari che si chiamava Dubai Planet per conoscerci e ho cominciato a sfilare in eventi da lui organizzati».

Una cosa, Sara, l’aveva notata subito: i costumi eccessivamente succinti che le imponeva il suo procacciatore. «Erano veramente indecenti e mettevano imbarazzo – racconta la candidata modella –. Il signor Coviello aveva cominciato a fare apprezzamenti spinti e ad allungare le mani. Una sera, dopo una sfilata, si è offerto di accompagnarmi a casa in auto. Ma poi si è diretto verso Giorgino, alla fine della strada e si è fermato in uno spiazzo al buio. Lui ha ripreso con gli apprezzamenti e con le mani. Gli ho urlato di lasciarmi stare e di portarmi a casa». Da quella sera, Sara non è più andata a sfilare per Max Coviello. Ma non è andata neppure a denunciarlo «per imbarazzo e per paura».

Altrettanto è accaduto a Valentina, oggi 26 anni, in maniera più immediata e spiccia. «Era forse anche per me il 2015 e avevo 17 anni – racconta Valentina –, dovevo fare una sfilata di costumi in un locale del Poetto (l’Opera Beach) organizzata da Max Coviello. Si è presentato nei camerini mente mi cambiavo e mi ha chiesto se volessi poi proseguire e fare carriera nella moda. Chiaramente ho riposto di sì e lui mi ha mostrato con tono ammiccante e abbastanza esplicito un preservativo. Sono scoppiata a piangere, ho lasciato tutto e sono scappata». E lì è finita la carriera di modella anche per Valentina.

Le indagini della Squadra mobile, diretta dal primo dirigente Emanuele Fattori e dalla vice Veronica Madau, sono iniziate nel marzo 2023 a seguito della denuncia di una madre di una delle quattro vittime finora accertate, con i fatti compresi fra il 2021 e appunto il 2023. L’indagato avrebbe attirato le ragazze minorenni attraverso i social, promettendo loro una carriera nel mondo della moda o dello spettacolo, e proponendosi di curare la loro immagine realizzando un book fotografico.

È proprio nel corso degli shooting , realizzati nella villetta del manager a Costa Rei, che sarebbero avvenuti gli abusi sessuali su una sedicenne, durante un crescendo di scatti con pose sempre più provocanti e sessualmente esplicite, alle quali le vittime sarebbero state indotte, approfittando della loro condizione di inferiorità fisica e psichica.

In particolare, una delle ragazze sarebbe stata abusata sotto l’effetto dell’alcol, con il coinvolgimento di un’altra fra le partecipanti al casting. Partendo dalla denuncia di una mamma, gli investigatori della Mobile, coordinati dal pm Marco Cocco, hanno saputo raccogliere con un’indagine complessa i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Max Coviello, a cui sono stati sequestrati compromettenti supporti informatici come hard disk, computer, cellulari.

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