Torna a casa la donna che era in carcere con la figlia di 18 mesi
Il giudice del tribunale di Cagliari l’ha rimessa in libertà: erano in cella insieme dal 20 ottobre
Cagliari È tornata a casa con la sua mamma la bimba di 18 mesi che dal 20 ottobre era detenuta nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari-Uta. La piccolina, che ha potuto rivedere i fratellini e il padre, ha lasciato l’Istituto nella mattina di oggi, 8 novembre, grazie al provvedimento della magistratura di sorveglianza di Cagliari. Un gesto di umanità che consentirà alla famiglia di riunirsi nuovamente, dopo gli accertamenti indispensabili.
La donna, che doveva scontare una pena di 1 anno e 8 mesi, per un reato commesso nel 2019, è quindi tornata in libertà. La notizia è stata data da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV, che esprime «particolare apprezzamento per una decisione che consente alla bambina di tornare nella sua famiglia e alla giovane madre di accudire gli altri 4 figli, il più grande di appena 9 anni».
«Sicuramente nella valutazione della magistratura di sorveglianza – afferma ancora la presidente di SDR – sono state considerate oltre alle condizioni di vita in cella della piccola anche le condizioni della mamma che ha manifestato una forte ansia peraltro non controllabile con farmaci di supporto perché la donna sta allattando».
Nell’esprimere soddisfazione per la positiva soluzione adottata, SDR ODV ricorda che «nonostante i pochi mesi di vita, bimbi e bimbe all’ingresso in carcere subiscono un trauma le cui conseguenze non sono verificabili se non negli anni della crescita».
In Italia - da quanto risulta - sono oltre 30 i bambini in stato di detenzione, alcuni negli Icam (Istituti a custodia attenuata per madri detenute). «Resta il problema di gestire la vita di queste creature che – conclude Caligaris – com’è evidente hanno diritto di stare con la mamma ma allo stesso tempo anche della vita in libertà. Resta un interrogativo rispetto all’esecuzione penale che forse in alcuni casi, anche per senso di umanità, dovrebbe prevedere l’impiego del braccialetto elettronico. Non possiamo peraltro dimenticare che con il Decreto Sicurezza si rischia di riempire gli istituti penitenziari anche di minori. In Sardegna è ancora in carcere una bambina nella casa circondariale di Sassari-Bancali».