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Cagliari

L’autposia

Il giallo dei fidanzati, ecco come è morto Paolo Durzu

di Luciano Onnis
Il giallo dei fidanzati, ecco come è morto Paolo Durzu

Eseguito l’esame autoptico sul corpo del giovane. Le cause del decesso sono analoghe a quelle della fidanzata Manola Mascia

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Cagliari Paolo Durzu è morto assieme alla fidanzata Manola Mascia precipitando per una quarantina di metri dalla scogliera a picco sul mare a Cala Fighera. Come apparso da un primo esame esterno del cadavere del giovane, l’autopsia effettuata ieri, 22 marzo, dal medico legale Roberto Demontis, ha permesso di riscontrare ferite e traumi compatibili con la rovinosa caduta dal costone roccioso e con il l’impatto sugli scogli, oltre a quelle causate dallo sballottamento del corpo sugli scogli una volta rimasto in acqua per quasi due giorni, con il mare reso “forza 5” dal vento di scirocco che nei due giorni della permanenza dei cadaveri in acqua è arrivato giovedì mattina a toccare punte di oltre 30 nodi.

La morte dei due fidanzati – ha stabilito il medico legale - sarebbe avvenuta tra il pomeriggio e la sera di martedì. L’esame autoptico potrà comunque considerarsi completo quando arriveranno, fra circa tre mesi, i referti istologici e tossicologici. Solo allora, potrà essere scritta la parola fine su quanto accaduto a Cala Fighera, con l’archiviazione della tragedia come “evento accidentale esente da ipotesi di reato”. Un epilogo che è la conferma di quanto gli investigatori della Squadra mobile del capoluogo, diretti da Davide Carboni, avevano supposto fin da quando hanno cominciato a delinearsi i primi contorni della disgrazia, inizialmente con una vittima e l’ipotizzata seconda.

Nel contempo però, nessuna ipotesi è stata mai sottovalutata, compreso il maleficio. Fin da quando è stato recuperato il corpo di Manola, alle 13 di mercoledì ma non si trovava traccia, né in mare né in terra, del fidanzato, accertamenti e verifiche sono state svolte a tutto campo. Gli elementi acquisiti, però, hanno fatto capire ai poliziotti della Mobile che Manola e Paolo erano davvero una coppia innamorata, affiatatissima e rispettosa l’uno dell’altro, nessuno dei due con problemi depressivi, ne tantomeno di gelosia.

Solo la mancanza per entrambi di un lavoro, impediva la realizzazione del loro sogno di mettere su casa e vivere assieme. La parola fine a questa drammatica vicenda, che comunque difficilmente sarà dimenticata, è stata posta giovedì mattina quando è stato individuato in mare anche il corpo di Paolo, incastrato fra gli scogli a una decina di metri dal punto in cui era stato ritrovato in mare il cadavere della fidanzata.

Sono stati i vigili del fuoco, operativi con gli specialisti del Saf, i sommozzatori e la squadra a terra (in tutto 25 unità), a individuare fra gli scogli il secondo corpo e toglierlo dall’acqua fra le grandi difficoltà create dal mare agitato. Non è stato neppure semplice trasportare il corpo su una portantina fino al piazzale del ristorante La Paillote, a ridosso di Cala Fighera, compito che avrebbe potuto assolvere l’elicottero della Guardia costiera se avesse potuto calare il verricello e prelevare la salma.

Nello spiazzo è avvenuto il primo esame esterno del cadavere da parte del medico legale e, a seguire, il doloroso riconoscimento da parte dei genitori della vittima, presenti fin dalla prima mattinata nel parcheggio davanti a La Paillote, trasformato in base operativa dei mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco, della polizia Scientifica e della Guardia costiera, con il direttore marittimo e della Capitaneria di porto, contrammiraglio Giovanni Stella, a seguire sul posto l’evolversi della situazione. Alle 13,30 il cadavere infine è stato portato via dal furgone funebre di medicina legale ed è cominciata la smobilitazione della task force dei soccorsi, fino a quando il tramonto ha cominciato a calare tristemente a lutto su Cala Fighera.

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