Attentato, l’obiettivo era il custode
Macomer, proseguono le indagini sulle fucilate esplose nell’ex fabbrica Queen
BORORE. L’ipotesi che le fucilate esplose contro lo stabilimento ex Queen di Macomer siano un attentato contro ciò che rimane del calzificio dopo il fallimento è stata messa da parte, come anche quella che si tratti di una reazione legata alle tensioni che serpeggiano fra gli ex lavoratori tessili della provincia di Nuoro. Si indaga invece su rapporti relazioni che Sandro Canu, l’ex operaio incaricato della custodia del complesso e la sua famiglia intrattengono con i conoscenti e con chiunque. Canu ha detto chiaramente di non aver mai ricevuto minacce. Domenica notte, quando degli sconosciuti hanno esploso una serie di fucilate contro la facciata dello stabilimento sulla quale si aprono le finestre della foresteria dove l’uomo alloggia con la famiglia, ha rischiato di essere colpito da uno dei pallettoni che hanno mandato in frantumi i vetri delle finestre. Chi ha sparato sapeva che l’ex operaio vive in quei locali della fabbrica realizzati per alloggiare il personale che veniva da Castelgoffredo per dirigere la produzione quando lo stabilimento era in attività. Ieri all’ex operaio sono giunti numerosi attestati di solidarietà. Uno anche dal sindaco Antonio Succu. «Esprimo, a nome mio personale e di tutta l’amministrazione comunale – scrive – forte solidarietà al custode del calzificio Queen, signor Sandro Canu, per i ripetuti atti delinquenziali di cui è stato fatto oggetto. Esprimo inoltre piena fiducia nella forze dell’ordine affinché assicurino alla giustizia gli autori di tali vili atti. La funzione di custodia svolta dal signor Canu è un servizio di grande valenza non solo per la tutela del patrimonio aziendale, ma anche per il territorio, nella speranza che lo stabilimento, custodito e conservato integro possa essere riutilizzato nei tempi più brevi per il rilancio economico e dell’occupazione». (t.g.t.)