Nuove perquisizioni e interrogatori alla ricerca del killer
Ieri sera a Lanusei l’autopsia sul cadavere di Simone Piras I funerali saranno celebrati nella frazione di Gairo Taquisara
GAIRO TAQUISARA. È stata effettuata ieri sera, nell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei, la perizia necroscopica (affidata all’anatomopatologo Roberto Marcialis) sul cadavere dell’allevatore Simone Piras, di 33 anni, ucciso, con tre fucilate caricate a pallettoni calibro 12 (pare una tra il fianco destro e l’addome e altre due al viso) intorno alle ore 18:40 di lunedì. Se la salma dovesse essere riconsegnata ai familiari entro la mattinata odierna, così come è stato precisato ieri sera dal parroco di Sant’Elena Imperatrice a Gairo, don Tito Pilia, l’intenzione dei suoi cari sarebbe quella di portarla per un po’ nella casa di Elini dove la vittima viveva con la moglie e i tre figlioletti (di otto e tre anni, e l’ultimo di pochissimi mesi). Dopodiché, per le 15:00, dovrebbe giungere nella chiesa della Madonna degli Angeli, nella frazione di Gairo Taquisara, dove Simone Piras abitava fino a pochissimi anni fa, e dove vivono tuttora i suoi genitori, un fratello e una sorella. E nella frazione sarà il parroco don Tito Pilia a officiare il rito funebre. Poi verrà sepolto nel piccolo cimitero.
A sparare, lungo la strada comunale che dalla zona di Perda Liana porta alla provinciale che dalla frazione gairese di Taquisara, giunge fino alla zona della stazione ferroviaria di Villagrande Strisaili (per poi rientrare nella strada statale 389 per Nuoro-Lanusei), secondo i carabinieri della compagnia di Jerzu e del Nucleo operativo di Nuoro, pare sia stata una sola persona, con un fucile caricato a pallettoni calibro 12. Ma non è escluso che alla preparazione e all’attuazione della feroce esecuzione, vi fossero anche altri malviventi. Magari pronti a intervenire se qualcosa fosse andato storto. L’agguato mortale sarebbe stato messo a segno intorno alle 18:40, quando Piras, come era sua abitudine, a quell'ora, dopo avere accudito le mucche e le capre in località Genna Orruali, si era messo in viaggio, a bordo del suo fuoristrada Nissan Navara cassonato per fare rientro a casa, a Elini. Per riuscire a bloccarlo, senza che questo potesse pensare a una trappola, sarebbe stato sistemato, nella carreggiata, un grosso campanaccio per mucca, che costa fra i 220 e i 300 euro. E la vittima si sarebbe fermato per recuperarlo. Ma mentre aveva iniziato a chinarsi per raccoglierlo, lasciando il fuoristrada con il motore acceso e i fari puntati sul grosso campanaccio, da un piccolo costone distante circa sette metri, è partita la prima fucilata a pallettoni calibro 12, che l'ha centrato tra il fianco destro e l’addome. Se l’obiettivo era quello di evitare qualsiasi fuga, l’assassino l’ha raggiunto in pieno: l’allevatore è crollato a terra. E il killer, avvicinatosi, da circa due metri, ha esploso altre due fucilate al viso. Anche ieri i militari dell’Arma hanno proseguito a interrogare amici e parenti dell’ultima vittima della catena di sangue che si sta registrando fra Gairo e la sua frazione di Taquisara (conosciuta anche come Gairo scalo). Ci sono state anche perquisizioni, anche negli ovili. Si scava nel passato di Piras e si cerca di capire quali siano i legami con i due allevatori uccisi in poco più di un anno in paese: Massimiliano Langiu, di 27 anni (anche lui con due fucilate al volto)) lo scorso 26 luglio, e Aldo Caboi, di 63 anni, a novembre dello scorso anno