La Nuova Sardegna

Nuoro

L’Apan: «Un referendum anti-Abbanoa»

di Valeria Gianoglio

Il direttore Seddone: «Troppi disagi da quando esiste l’ente unico, facciamo una battaglia per tornare al modello Govossai»

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NUORO. Tariffe che mettono a dura prova i bilanci familiari, decine e decine di disagi registrati nel corso degli ultimi anni lungo la rete, condotte colabrodo in diversi tratti degli impianti, e un continuo e snervante susseguirsi di ordinanze da parte di sindaci disperati che avvisano i propri concittadini che l’acqua non è potabile: per l’Apan, l’associazione piccole e medie imprese della Sardegna, ce n’è insomma decisamente abbastanza per rilanciare con forza una battaglia che negli ultimi tempi sembrava ormai dimenticata. È quella per riportare il Nuorese e l’Ogliastra al modello-Govossai, ovvero al sistema di autogoverno dell’acqua che nei confini della vecchia provincia barbaricina funzionava molto meglio di quello attuale.

Il direttore dell’Apan Sardegna, Gianfranco Seddone, non solo ne è convinto ma stavolta, dopo aver raccolto decine di segnalazioni, appelli e denunce, ha deciso di smuovere le acque e di sollecitare i sindacti del territorio per promuovere una battaglia che ha un obiettivo molto preciso: «Ripristinare in città l’autogoverno dell’acqua a suo tempo annullato dalla nascita di Abbanoa».

Ma prima di lanciare la sua proposta, il direttore dell’Apan Sardegna fa una piccola premessa storica per ricostruire le tappe del passaggio dal vecchio Govossai all’ente unico per la gestione delle risorse idriche.

«Nel 2007 – spiega – alla giunta regionale Soru venne la brillante idea di approvare la costituzione di un gestore unico del servizio idrico integrato.Questo significò affidare a Cagliari  tutta l'organizzazione tecnica, amministrativa e  legale del bene “acqua”. Era lo smantellamento di un terzo ente pubblico la cui sede veniva trasferita nel capoluogo sardo col benestare dei politici, dei sindacati e di alcune amministrazioni del nostro territorio (in prima linea il Comune di Nuoro). A quella nefasta soluzione furono contrari il presidente della Provincia di Nuoro, l’Apan Sardegna, e diversi componenti del  consiglio di amministrazione del Govossai». Ma in quegli anni, ricorda Seddone, al Nuorese fu “scippata” anche «la sede della Telecom e l'ufficio di corrispondenza delle poste». Si trattava, precisa il direttore dell’Apan Sardegna, di tre enti che garantivano servizi importanti per tutto il territorio, e che «costituivano una vera risorsa economica», visto che 1250 persone al giorno usufruivano dei loro servizi. Nel 2007, poi, arriva da Cagliari la decisione di spazzare via il vechcio Govossai, e di creare un unico ente per la gestione dell’acqua nell’isola. E da lì, dice Seddone, cominciano i guai: «Continui aumenti della tariffe, mancata manutenzione e riparazione delle condotte con conseguenti perdite, non potabilità in diversi centri». «Una soluzione – aggiunge in conclusione Seddone – potrebbe quella di costituire un Consorzio in sinergia con  i Comuni di Orgosolo, Oliena, Gavoi, Torpè, Posada dove sono ubicati i maggiori invasi. Il Consorzio  dovrebbe essere gestito dagli attuali uffici ex Govossai di Nuoro senza Consiglio di Amministrazione di alcun tipo. L'Apan Sardegna intende promuovere un referendum in accordo  con i sindaci del territorio».

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