Un piano straordinario per rilanciare il Marghine
Il territorio cerca di risalire puntando su agroalimentare, ambiente e turismo I progetti nascono da un lungo confronto tra Regione, Provincia e Comuni
MACOMER. La Regione stringe sull’attuazione del Piano di rilancio del Nuorese nel quale trovano spazio anche i progetti con i quali Macomer e il Marghine cercano di risalire la china della crisi. Per tutto il territorio provinciale ci sono 81 milioni di euro da investire per far ripartire l’economia asfittica di un’area che in un decennio ha perduto imprese e servizi, con la conseguente cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Nei giorni scorsi si è riunito a Calgiari il gruppo di valutazione dei progetti finanziabili con i soggetti che li hanno proposti, tra i quali Confesercenti, Confindustria, Provincia e Comuni. Macomer punta su agroalimentare, ambiente, turismo e sulla formazione, settore nel quale ha posto le basi per la creazione del polo formativo tecnico-professionale che attende ancora risposte da parte dell’assessorato regionale alla Pubblica istruzione.
Il Piano straordinario di rilancio del Nuorese, sottoscritto il 15 luglio del 2016, punta a creare nuovi scenari di sviluppo per i Comuni del territorio. I progetti nascono da un confronto lungo e articolato tra Regione, Provincia, amministrazioni comunali e soggetti del partenariato economico e sociale che è andato avanti per più di due anni. Il Marghine ha messo nel piatto le sue proposte con una serie di progetti che puntano, principalmente, sullo sviluppo dell’agroalimentare, settore che ha solide basi a Macomer e che negli ultimi decenni, a partire dalla fuga dell’industria casearia verso il Sassarese, è cresciuto diversificandosi in varie articolazioni una delle quali, forse oggi la più importante, è legata al settore delle carni e degli insaccati, ma con eccellenze e presenze importanti nel settore lattiero caseario. Obiettivo primario dei progetti del Marghine è quello di far ripartire l’economia e di dare risposta a chi cerca un lavoro e a chi lo ha perduto dopo la chiusura delle industrie e non lo ha ancora trovato. I dati relativi alla disoccupazione generale nel territorio, con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile (18-24 anni) pari al 38%, sono preoccupanti e danno la dimensione di una recessione gravissima iniziata dieci anni fa alla quale potrebbero porre freno gli interventi del piano di rilancio per il Nuorese. Nel Marghine con la chiusura delle industrie più importanti, soprattutto nel tessile dal 2001 sono stati persi 2.880 posti di lavoro, passando dai 5.000 addetti ai circa 2.000 di oggi.
Al primo incontro di valutazione dei progetti seguiranno ora gli altri incontri durante i quali saranno all’esame anche quelli che riguardano Macomer e il Marghine. Tra le proposte avanzate figurano la creazione del parco del Marghine per valorizzare le risorse ambientali e culturali del territorio. (t.g.t.)