La Nuova Sardegna

Nuoro

Famiglia con 5 figli occupa un alloggio 

di Stefania Vatieri
Famiglia con 5 figli occupa un alloggio 

Si tratta della casa del custode nella scuola dell’infanzia di via Malta. La protesta dell’associazione che ha in affitto il locale  

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NUORO. Graduatorie infinite, alloggi sfitti e famiglie da anni in attesa di una casa che alla fine scelgono di occupare. L’ultima istantanea della drammatica situazione che immortala l’impietosa sete di case nel capoluogo barbaricino arriva dallo storico rione di San Pietro, dove qualche sera fa è stata occupata abusivamente la casa del custode nella scuola dell’infanzia di via Malta, da una famiglia in serie difficoltà economiche con al seguito cinque figli minorenni, che in preda alla disperazione più totale, e dopo aver vissuto ai margini della società in una casa senza luce né acqua, si è vista costretta a dover sfondare il portone d’ingresso di uno dei tre appartamenti dello stabile, che da circa un anno veniva utilizzata come sede da una associazione folcloristiche della città. Il fatto ha scatenato un’accesa protesta da parte dei componenti del gruppo folk che sul piede di guerra, giunti sul luogo, hanno cercato di far valere i propri diritti pretendendo nel bel mezzo della notte e con l’intervento delle forze dell’ordine, lo sgombero immediato della famiglia. La sede infatti sarebbe stata concessa in locazione dalla dirigenza scolastica all’associazione folkloristica, «con il pagamento di un canone annuale di circa 300 euro», ha spiegato la dirigente Rosa Sanna.

«Questo è il frutto di un accordo fatto con la giunta Bianchi che all’epoca mise a disposizione delle dirigenze scolastiche le case dei custodi e gli edifici non utilizzati, per ricavarne un piccolo fondo destinato all’acquisto di supporti e materiali didattici». Tutto chiaro dunque, se non fosse che qualche mese fa, ed esattamente il 12 gennaio 2017, con una delibera di giunta l’amministrazione comunale, per far fronte alla dilagante emergenza abitativa in città, decide di riacquisire le case degli ex custodi non utilizzate per le attività didattiche, e aggiungerle nel patrimonio edilizio degli alloggi Erp, meglio conosciuti come case popolari. E cercare così di sopperire alle situazioni più gravi di disagio abitativo.

«Attraverso una nota ufficiale la delibera è stata inviata a tutti i dirigenti scolastici della città per chiarire di chi è la competenza di queste strutture – spiega l’assessore Raffaellina Denti –. Siamo in un momento storico critico – ha proseguito l’assessore comunale al Patrimonio –. Non possiamo più permetterci di avere decine di immobili occupati dalle più svariate associazioni e fuori dalla porta centinaia di famiglie in attesa di un tetto sopra la testa».

«Questo ci ha portato a fare una prima ricognizione di questi immobili e abbiamo scoperto che molte di queste associazioni non hanno nessun titolo per continuare a starci. Non è assolutamente mia intenzione schierarmi con la famiglia che ha occupato illegalmente la casa, ma anche il gruppo folk, per quanto ci riguarda, è lì in maniera illegittima. Infatti i dirigenti scolastici non hanno nessun titolo per disporre del patrimonio comunale, né prima e ancora meno adesso, alla luce della delibera di gennaio».

Negli ultimi anni infatti la spinosa questione dell’emergenza abitativa del capoluogo barbaricino è diventata una polveriera pronta ad esplodere. A confermarlo è anche il coordinamento cittadino del movimento Lotta per la casa che sottolinea come negli ultimi tempi la situazione sia peggiorata drammaticamente. «Non esiste una politica per la casa dagli anni settanta e quindi la conquista di un alloggio è diventata una lotta tra poveri dove spesso a pagarne il prezzo più alto sono i bambini».

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