Bilancio, è il giorno del giudizio
di Francesco Pirisi
Il consiglio deve votare il preventivo 2017-2019. La giunta pensa a un ritocco delle rette per asili e case protette
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NUORO. Il documento del bilancio questo pomeriggio torna in Consiglio comunale per la discussione. All’esame dell’assemblea, a partire dalle 15,30, il Dup (Documento unico di programmazione), che copre il triennio 2017-2019, e nel quale è ricompreso il conto economico per l’annata in corso. Documenti illustrati in aula 10 giorni fa dall’assessore della Programmazione, Raffaelina Denti. Conti che oggi torneranno a essere quantificati ed esaminati nel confronto tra la maggioranza civica guidata da Andrea Soddu e le diverse anime dell’opposizione. Posizioni sulle scelte di governo che non sarà facile conciliare, visti i precedenti negli altri appuntamenti con il voto sulle finanze del municipio.
Previsioni per la verità non confermate dal tenore della seduta di presentazione dello stesso bilancio, chiusa appena finito l’intervento dell’assessore. Ma che potrebbero essere intuite proprio a partire dalle prime parole dell’amministratrice dette in apertura di seduta, riguardo ai tempi della discussione in Consiglio, oltre i termini indicati dalla legge nazionale e dalle stesse sollecitazioni dell’assessorato regionale degli Enti locali. «Ritardi determinati anche dalle lungaggini nella definizione dei trasferimenti del fondo unico da parte della Regione», ha spiegato la Denti, come a rispedire le responsabilità in testa a chi non prima di qualche settimana si è proposto come censore delle mancanze in questione.
Il problema di Nuoro ha riguardato altri 15 enti isolani, tra Comuni e loro unioni e consorzi, tra i quali anche il sodalizio nuorese che gestisce l’università, le cui finanze sono comunque collegate a quelle dello stesso municipio e della Provincia, i due enti che ne sono soci. In via Dante i conti alla fine sono stati chiusi, in circa 80 milioni di euro per l’anno in corso, e con il rispetto del saldo in pareggio di entrate e spese, che dal 2017 prende il posto del patto di stabilità. Senza che la musica cambi, tuttavia, come ha chiarito l’assessore comunale della Programmazione: «In pratica ciò sta a significare che non si possono impegnare se non le somme di cui sia certa la presenza nella voce delle entrate». Niente finanza creativa, dunque, ma anzi la previsione di una somma di riserva (o di autolimitazione della spesa) quantificata in 3 milioni e 300mila euro per far fronte ad eventuali imprevisti nel mancato incasso di fondi ritenuti certi. Gli 80 milioni di euro per far funzionare apparato burocratico, assicurare i servizi e porre in essere alcuni investimenti, saranno per 21 milioni garantiti dal pagamento dei tributi (dalla Tari alla Tasi, sino alle addizionali regionali), per le quali tuttavia l’amministrazione ha deciso di non ritoccare le aliquote in vigore. Si aggiungeranno 7 milioni di entrate extra-tributarie. Vi rientrano gli incassi per gli interventi dell’ente su richiesta personale, legati per lo più al settore dei Servizi sociali. I prezzi per gli utenti rimangono anche in questo caso invariati. Ma non lo saranno nel futuro. Come, si legge nella relazione al bilancio, «è in corso una rivisitazione e riqualificazione dell’intero comparto, che porterà sia a delle modifiche nell’affidamento dei servizi stessi, sia alla rideterminazione della contribuzione dell’utenza».
Cambierà di certo il rapporto di spesa tra il Comune e il privato che oggi vede il primo impegnato per oltre l’80 per cento nei costi di asili, scuola civica, casa protetta, assistenza domiciliare e mercato. La fonte certa per consentire le spese correnti continuerà a essere quella della Regione (mentre lo Stato partecipa in minima parte) che trasferirà al municipio del capoluogo 16 milioni dal fondo unico, con un taglio di poco meno di un milione rispetto al 2016. Finanze che vengono recuperate nella fila delle entrate in conto capitale, per gli investimenti, passati da 21 a 27 milioni nell’ultimo anno. Ora si dovrà vedere quanto le somme consentiranno di realizzare nel campo dell’edilizia residenziale e delle infrastrutture, così come per far fronte alle richieste di miglioramento di alcune delle strutture di proprietà dell’ente.
Previsioni per la verità non confermate dal tenore della seduta di presentazione dello stesso bilancio, chiusa appena finito l’intervento dell’assessore. Ma che potrebbero essere intuite proprio a partire dalle prime parole dell’amministratrice dette in apertura di seduta, riguardo ai tempi della discussione in Consiglio, oltre i termini indicati dalla legge nazionale e dalle stesse sollecitazioni dell’assessorato regionale degli Enti locali. «Ritardi determinati anche dalle lungaggini nella definizione dei trasferimenti del fondo unico da parte della Regione», ha spiegato la Denti, come a rispedire le responsabilità in testa a chi non prima di qualche settimana si è proposto come censore delle mancanze in questione.
Il problema di Nuoro ha riguardato altri 15 enti isolani, tra Comuni e loro unioni e consorzi, tra i quali anche il sodalizio nuorese che gestisce l’università, le cui finanze sono comunque collegate a quelle dello stesso municipio e della Provincia, i due enti che ne sono soci. In via Dante i conti alla fine sono stati chiusi, in circa 80 milioni di euro per l’anno in corso, e con il rispetto del saldo in pareggio di entrate e spese, che dal 2017 prende il posto del patto di stabilità. Senza che la musica cambi, tuttavia, come ha chiarito l’assessore comunale della Programmazione: «In pratica ciò sta a significare che non si possono impegnare se non le somme di cui sia certa la presenza nella voce delle entrate». Niente finanza creativa, dunque, ma anzi la previsione di una somma di riserva (o di autolimitazione della spesa) quantificata in 3 milioni e 300mila euro per far fronte ad eventuali imprevisti nel mancato incasso di fondi ritenuti certi. Gli 80 milioni di euro per far funzionare apparato burocratico, assicurare i servizi e porre in essere alcuni investimenti, saranno per 21 milioni garantiti dal pagamento dei tributi (dalla Tari alla Tasi, sino alle addizionali regionali), per le quali tuttavia l’amministrazione ha deciso di non ritoccare le aliquote in vigore. Si aggiungeranno 7 milioni di entrate extra-tributarie. Vi rientrano gli incassi per gli interventi dell’ente su richiesta personale, legati per lo più al settore dei Servizi sociali. I prezzi per gli utenti rimangono anche in questo caso invariati. Ma non lo saranno nel futuro. Come, si legge nella relazione al bilancio, «è in corso una rivisitazione e riqualificazione dell’intero comparto, che porterà sia a delle modifiche nell’affidamento dei servizi stessi, sia alla rideterminazione della contribuzione dell’utenza».
Cambierà di certo il rapporto di spesa tra il Comune e il privato che oggi vede il primo impegnato per oltre l’80 per cento nei costi di asili, scuola civica, casa protetta, assistenza domiciliare e mercato. La fonte certa per consentire le spese correnti continuerà a essere quella della Regione (mentre lo Stato partecipa in minima parte) che trasferirà al municipio del capoluogo 16 milioni dal fondo unico, con un taglio di poco meno di un milione rispetto al 2016. Finanze che vengono recuperate nella fila delle entrate in conto capitale, per gli investimenti, passati da 21 a 27 milioni nell’ultimo anno. Ora si dovrà vedere quanto le somme consentiranno di realizzare nel campo dell’edilizia residenziale e delle infrastrutture, così come per far fronte alle richieste di miglioramento di alcune delle strutture di proprietà dell’ente.