Acqua, l’Egas boccia i Comuni e li costringe a passare ad Abbanoa
I sindaci della Barbagia: «Pronti alla disobbedienza civile» Ester Satta: «Lottiamo per conservare un diritto primario»
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NUORO. «La nostra comunità continuerà a lottare per conservare un diritto primario come quello dell’acqua e della sua gestione, pronta anche a ricorrere alla disobbedienza civile». La presa di posizione è di Ester Satta, sindaco di Olzai, in risposta all’ingiunzione dell’Egas di chiudere con la storia centenaria dell’acquedotto autonomo per farlo entrare nei ranghi della società Abbanoa. Il passaggio è scritto in una delibera dell’ente di governo delle acque presieduto dal sindaco di Sassari, Nicola Sanna. Come Olzai sono chiamati al cambio di sistema altri 28 comuni, che sinora hanno gestito in maniera indipendente i propri impianti, alcuni a partire dalla captazione delle acque e sino alla distribuzione nelle case. Altri con l’utilizzo dei quantitativi messi a disposizione alla “fonte” da Abbanoa, e poi passati ai municipi per l’ultima fase dell’approvvigionamento. All’origine della decisione dell’Egas la carenza o assenza dei requisiti stabiliti dalla legge nazionale sul sistema idrico integrato. Prima tra tutte la presenza all’interno degli enti locali di un’azienda (società in house) deputata al governo dell’acquedotto. Motivazione che i sindaci sono decisi a contrastare. Tutti insieme nel consorzio Gasi, che li ha riuniti con l’obiettivo di tutelare meglio l’autonomia, considerata un diritto primario. Tutela da esperire attraverso l’impugnazione davanti al Tar Sardegna della delibera dell’Egas. Il fatto di aver messo alla base della richiesta di chiudere con l’autonomia delle condotte prima di tutto la mancanza nei comuni delle società in house, è vista dal consorzio Gasi come la motivazione più peregrina. «Davanti a norme nazionali che chiedono agli enti locali il taglio delle partecipate, per una questione di razionalizzazione dei costi, qui la loro assenza viene considerata dall’Egas come una carenza per poter continuare a conservare le conduzioni idriche».
Su gestione oculata dell’acqua e contenimento dei costi punta la rivendicazione del comune di Olzai, titolare di un acquedotto autonomo sin dai primi del ‘900. Elementi da usare prima di ogni altra cosa per togliere terreno e ragioni alla richiesta dell’Egas, contro la quale pende già un ricorso al Tribunale delle acque. Il sindaco Satta: «L’efficienza e l’efficacia della gestione, insieme all’economicità, sono tra gli elementi che possono vantare i 29 comuni autonomi. Non comprendiamo il fatto per il quale oggi non vengano valutati dall’Egas. Al contrario, ci viene richiesto di entrare a fare parte di Abbanoa che con le sue gestioni ha dimostrato di non conoscere questi princìpi nell’attività di gestione idrica».
Una contraddizione per il primo cittadino del paese della Barbagia, che insiste nel ritenere la scelta colma di contraddizioni: «Invece di verificare e controllare l’opera di Abbanoa che, è il caso di dire, fa acqua da tutte le parti, l’Egas fa le pulci ai comuni autonomi. Nonostante negli anni abbiano dimostrato di garantire un servizio di qualità, con acqua potabile, costi di conduzione bassi e anche bollette ridotte». Dalla denuncia delle contraddizioni al cattivo pensiero che qualcosa covi sotto la scelta di abbattere le “autonomie” idriche, il passo è breve. Tutto compreso nella domanda del sindaco di Olzai: «Perché questi comuni danno così fastidio?».
Su gestione oculata dell’acqua e contenimento dei costi punta la rivendicazione del comune di Olzai, titolare di un acquedotto autonomo sin dai primi del ‘900. Elementi da usare prima di ogni altra cosa per togliere terreno e ragioni alla richiesta dell’Egas, contro la quale pende già un ricorso al Tribunale delle acque. Il sindaco Satta: «L’efficienza e l’efficacia della gestione, insieme all’economicità, sono tra gli elementi che possono vantare i 29 comuni autonomi. Non comprendiamo il fatto per il quale oggi non vengano valutati dall’Egas. Al contrario, ci viene richiesto di entrare a fare parte di Abbanoa che con le sue gestioni ha dimostrato di non conoscere questi princìpi nell’attività di gestione idrica».
Una contraddizione per il primo cittadino del paese della Barbagia, che insiste nel ritenere la scelta colma di contraddizioni: «Invece di verificare e controllare l’opera di Abbanoa che, è il caso di dire, fa acqua da tutte le parti, l’Egas fa le pulci ai comuni autonomi. Nonostante negli anni abbiano dimostrato di garantire un servizio di qualità, con acqua potabile, costi di conduzione bassi e anche bollette ridotte». Dalla denuncia delle contraddizioni al cattivo pensiero che qualcosa covi sotto la scelta di abbattere le “autonomie” idriche, il passo è breve. Tutto compreso nella domanda del sindaco di Olzai: «Perché questi comuni danno così fastidio?».