La storia di zio Cilormo il guaritore
Arbatax, 11 anni fa morì l’ex pescatore che curò malattie della pelle con la saliva
26 gennaio 2020
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ARBATAX. Undici anni fa, il 25 gennaio del 2009, all’età di 94anni, nella sua casa di via Belavista, (dove visse per 81 anni), morì Girolamo Silverio Calisi, noto Cilormo, l'ex pescatore nativo dell’isola di Ponza, che per diversi decenni curò, con la sua saliva, migliaia di persone da malattie delle pelle. Da lui arrivarono da tutta Italia, e anche stranieri. Ieri in tanti, hanno voluto ricordare la figura di questo pescatore-guaritore. Fra questi, il figlio Salvatore e la scrittrice arbataxina Margherita Musella. «Zio Cilormo – dice la scrittrice – aveva un dono e lo metteva al servizio di tutti: piccoli e grandi, ricchi e poveri senza, soprattutto, pretendere niente. Infatti viveva modestamente nella sua casetta con la pensione, accettava chiunque gli chiedesse aiuto, ricevendoli in mattinata fra colazione e pranzo per tre giorni consecutivi. Ovviamente ci sono state tante discussioni animose e polemiche ostili sul suo operato ma i miglioramenti definitivi parlavano da sé. Lo faceva con dedizione e senza interesse – aggiunge Margherita Musella –, senza pretendere compensi in denaro, anche se accettava del caffè, dello zucchero, ma giusto come dono simbolico».
Due anni fa, il 20 giugno, per San Silverio, il Comune di Tortolì ha intitolato (ad Arbatax) una piazza a “Silverio Calisi, noto Zio Cilormo”, molto conosciuto in tutta Italia «perché alleviò le sofferenze dovute a malattie della pelle a tantissime persone, curandole con la sua saliva “miracolosa”, accompagnando il suo gesto con una preghiera; senza mai pretendere nulla in cambio». (l.cu.)
Due anni fa, il 20 giugno, per San Silverio, il Comune di Tortolì ha intitolato (ad Arbatax) una piazza a “Silverio Calisi, noto Zio Cilormo”, molto conosciuto in tutta Italia «perché alleviò le sofferenze dovute a malattie della pelle a tantissime persone, curandole con la sua saliva “miracolosa”, accompagnando il suo gesto con una preghiera; senza mai pretendere nulla in cambio». (l.cu.)